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I giovani sempre più internauti, ma anche discreti lettori

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La comunicazione dei giovani d’oggi passa prima di tutto per i telefoni cellulari ed internet, ma anche per la lettura dei libri verso cui i nostri ragazzi sembrano riscoprire un certo attaccamento: a dircelo è il VII rapporto sulla comunicazione Censis/Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), dal titolo “L’evoluzione delle diete mediatiche giovanili in Italia e in Europa”, presentato il 9 giugno a Roma. Questi due media sono ormai di gran lunga i più utilizzati dai ragazzi italiani tra i 14 e i 29 anni: basta dire che l’uso del web tra il 2003 e il 2007 dei giovani che si connettono una o due volte la settimana è passato dal 61% all’83%; quello abituale (almeno tre volte alla settimana) è “schizzato” addirittura al 73,8%, mentre appena cinque anni prima era sotto il 40%.
I giovani caratterizzano poi per il forte attaccamento al telefono cellulare, ormai praticamente utilizzato da un numero vicinissimo alla totalità della platea giovanile italiana (il 97,2%): un dato che sovrasta anche la già alta media dell’Ue.
Ancora più sorprendente è però il fatto che anche i libri abbiano ripreso a costituire una parte consistente dei consumi mediatici della fascia under 30: il 74,1% legge almeno un libro l’anno e il 62 più di tre libri. Sulla lettura non sembriamo indietro nemmeno a livello europeo: i ragazzi spagnoli e francesi, ad esempio, non solo usano meno Internet, ma leggono anche meno libri dei coetanei europei: almeno tre libri all’anno per il 43,3% degli spagnoli e il 48,1% dei francesi, rispetto al 60,7% dei tedeschi e al 64,5% dei britannici.
E la lettura non si ferma a quella dei testi: più del 77% dei giovani dichiara di leggere un quotidiano una o due volte la settimana e quasi il 60% di leggere almeno tre giornali la settimana. I periodici hanno un’utenza complessiva pari quasi al 50 per cento dei ragazzi.
Secondo il rapporto risulta in calo, invece, la fruizione della tv tradizionale “generalista” (passata dal 94,9% all’87,9%), che tra i giovani sembra perdere terreno rispetto a quella satellitare (che ha fatto registrare il 36,9% rispetto al 25,2% del 2003).
Non perde affezionati, invece, la radio, soprattutto tra le ragazze: complessivamente gli utenti complessivi fino a 29 anni sono passati dall’82,8% all’86,5%. Solo tra i più piccoli, quelli tra i 14-18 anni, l’ascolto scende al 78,9%.
In questa fascia d’età quel che sembra prendere sempre più il sopravvento sono le nuove tecnologie, come il pod-cast, l’mp3 da internet, i lettori digitali usati anche come radio e le playlist scambiate attraverso i blog.
I giovani sembrano volersi accostare sempre più a mezzi di informazione più obiettivi, meno legati alla politica – è il commento Giuseppe Roma, direttore generale del Censis – ma anche ad una televisione che si frammenta in tante tv per poterla utilizzare al meglio. C’è un grande incremento della radio e anche della lettura dei libri. Il libro è quello che ha fatto il balzo in avanti più significativo dal 2006 al 2007. Una medialità che non è più orale ma anche scritta e, quindi, più riflessiva”.