Si conclude oggi 21 agosto l’iter procedurale del decreto legge n. 112 in materia di “disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”.
Sul supplemento ordinario n. 196 della Gazzetta Ufficiale del 21 agosto è stato infatti pubblicato il testo definitivo della legge di conversione approvata in seconda lettura dalla Camera dei deputati il 5 agosto scorso.
A partire dal 22 agosto la legge di conversione, che reca il n. 133, entra pienamente in vigore e, a questo punto, spetterà a chiunque ne abbia l’obbligo, rispettarla e farla rispettare. A partire dai dirigenti scolastici la cui responsabilità viene espressamente chiamata in causa dal 5° comma dell’art. 64 della legge.
Su questo punto il provvedimento è molto chiaro: “I dirigenti del Ministero dell’istruzione, compresi i dirigenti scolastici, coinvolti nel processo di razionalizzazione di cui al presente articolo, ne assicurano la compiuta e puntuale realizzazione”.
“Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali – precisa ancora la legge – comporta l’applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla normativa”.
Nella fase di conversione in legge, la parte del provvedimento che prevede il “taglio” di cattedre (circa 130mila) necessario per poter abbassare nei prossimi tre anni di un punto il rapporto alunni/docenti, è stata un po’ alleggerita con l’aggiunta della clausola “tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili”.
Alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, il Ministero dovrà dare esecuzione a quanto previsto dalla legge, mediante l’emanazione di uno o più regolamenti per:
a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso;
b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola;
c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi:
d) rimodulazione della organizzazione didattica della scuola primaria;
e) revisione dei criteri e dei parametri per la determinazione degli organici dei docenti e del personale Ata;
f ) definizione di criteri, tempi e modalità per il ridimensionamento.
Anche in questo caso in sede di conversione in legge il Parlamento ha tentato di mitigare gli effetti dei tagli, prevedendo che “nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti”.
La legge contiene anche le norme volute dal ministro Renato Brunetta per migliorare l’efficienza della macchina statale; l’articolo 71 contiene nuove disposizioni in materia di assenze dei dipendenti pubblici.
Su questo punto si prevedono strascichi giudiziari: il Codacons, infatti, ha deciso di sostenere il ricorso al Tar proposto dal “Comitato Fannulloni Operosi” con lo scopo di ottenere la cancellazione di gran parte dell’articolo, considerato incostituzionale.