Sul tema delle telecamere nelle scuole interviene il presidente dell’Anp del Lazio Mario Rusconi: “Siamo per garantire la sicurezza, ma non per il grande fratello”.
“Con la riapertura dell’anno scolastico – sottolinea Rusconi – si ripropone il tema della sicurezza nelle scuole che non attiene soltanto a quella degli edifici ma, ad esempio, anche alla prevenzione degli atti di bullismo, di violenza o della diffusione di sostanze stupefacenti”.
Aggiunge il presidente regionale dell’Anp: “Noi riteniamo opportuno controllare con telecamere e impianti di video sorveglianza le adiacenze delle scuole (strade, cortili e piazze). Tuttavia crediamo che introdurre le telecamere all’interno degli edifici scolastici violerebbe l’assetto e l’azione educativa propri della funzione della scuola”.
“Piuttosto – aggiunge Rusconi – sarebbe opportuno, come spesso richiesto dai noi presidi, poter contare su un numero maggiore di bidelli formati all’azione di controllo senza per questo trasformarli in vigilantes. Azione la loro da raccordare con quella degli organi di polizia, che invece potrebbe effettuarsi con ciclicità negli spazi antistanti le scuole”.
E’ molto probabile che il tema delle telecamere diventi ancor più rilevante nelle prossime settimane quando M5S e Lega metteranno mano al punto del programma di Governo che riguarda proprio questa questione; l’accordo ne parla nel capitolo dedicato al cyberbullismo con queste parole: “É necessario introdurre misure repressive per chi commette il reato e premianti per chi lo denuncia: prevedere sanzioni amministrative nei regolamenti scolastici; numero verde unico nazionale; premialità per gli studenti che denunciano episodi di bullismo (borse di studio); videocamere nelle scuole”.
Per la verità l’installazione di telecamere nelle scuole (e in altri locali pubblici) confligge con la normativa sulla privacy e pone delicati problemi di carattere legale.
Non a caso Mario Rusconi conclude così: “L’uso delle telecamere all’interno delle scuole si può accettare soltanto su disposizione dell’autorità giudiziaria e dopo fondati sospetti di atti di violenza o di spaccio, come per altro già avviene”.