In Italia non vi sarebbe alcuna emergenza nel rapporto alunni–classi e quindi non ci sarebbero motivi, almeno da questo punto di vista, per ricorrere ai tagli del personale docente ed allinearci agli altri paesi: tanto che in alcune classi del nostro territorio si può iniziare piuttosto a parlare di sovraffollamento di iscritti. E’ quanto sostiene la Uil Scuola attraverso un proprio studio attraverso cui ha messo a confronto i dati relativi al rapporto alunni-classe, alle ore di insegnamento, al personale della scuola.
La conclusione cui arriva il sindacato guidato da Massimo Di Menna è confutata anche dal fatto che nell’ultimo decennio “il numero delle scuole è rimasto sostanzialmente invariato –si legge nel rapporto finale – , il numero degli studenti aumenta sensibilmente, ma questo non porta ad un aumento corrispondente del numero di classi, mentre il numero di docenti cala costantemente e sensibilmente: l’effetto delle immissioni in ruolo effettuate nel 2001/2002 è ormai annullato”.
La conclusione, sempre per la Uil Scuola, è che la cosiddetta “razionalizzazione” del sistema scolastico avviata in queste ultime settimane dal ministro Mariastella Gelmini è in pratica già stata avviata da 10 anni.
Lo studio sindacale è stato fatto per ogni ciclo scolastico. “Il numero medio di alunni per classe nella scuola primaria – dicono dalla Uil – è di circa 19 ragazzi e le classi più affollate si trovano al Nord e al Centro, con l’eccezione del Friuli. Il Sud ha classi mediamente meno numerose, anche per evidenti problemi di assetto territoriale e edilizia scolastica. La Puglia detiene il primato nazionale con una media di oltre 20 alunni per classe.
Nella suola secondaria di primo grado la media italiana è leggermente superiore, 21 bambini per classe: ma tutto il Nord ed il Centro sono al di sopra di questa media, sempre con l’eccezione del Friuli. Il Sud ha classi mediamente meno numerose, con l’eccezione della Puglia, che anche per quest’ordine detiene il primato nazionale con oltre 22 alunni per classe.
A livello di scuola secondaria di secondo grado la media è leggermente più alta: 21,6 studenti per classe. “La distribuzione geografica nelle macro-aree territoriali – spiegano dal sindacato – è alquanto eterogenea: in tutte ci sono regioni al di sotto e al di sopra della media e le oscillazioni sono mediamente minori rispetto agli altri ordini di scuola. L’Emilia Romagna arriva alla media di 22 studenti per classe, mentre i Friuli Venezia Giulia supera di poco i 20”.
Una vera anomalia dell’istruzione italiana è invece quella derivante dal numero dell’eccessivo numero ore di insegnamento: la Uil lo ritiene senza mezzi termini “il più alto del mondo”. In tutto sono 8.282 le ore impartite, addirittura circa il 20% in più della media dei Paesi dell’Ocse (6.933). Sotto la media Ocse risultano Norvegia, Svezia, Corea, Germania, Danimarca, Ungheria, Giappone, Repubblica Ceca, Islanda, Lussemburgo, Spagna e Austria. Sopra la media Ocse: Portogallo, Turchia, Inghilterra, Irlanda, Messico, Francia, Nuova Zelanda, Grecia, Australia, Olanda.