Dal 2019 sarà operativo il decreto 66 del 2017 in delega alla legge 107/2015 relativo alla promozione dell’inclusione scolastica. Tali disposizioni, non piacciono alle famiglie degli alunni disabili, dato che andrebbe ad intervenire su decisioni delicate, come l’assegnazione delle ore di sostegno, che secondo quanto stabilito dalla legge 104 del 1992, dovrebbe comprendere la partecipazione della famiglia e dei docenti.
Una delle principali novità previste dal decreto inclusione n°66/2017, consiste nel passaggio di responsabilità dal GLHO al GIT, per quanto riguarda le ore di sostegno agli alunni disabili all’interno della redazione del PEI.
Il GLHO, (Gruppo di lavoro Operativo per l’alunno con disabilità), è un gruppo pluridisciplinare composto da: docenti di sostegno, docenti di posto comune, operatori sanitari.
Il GIT riceverà dai dirigenti scolastici le proposte di quantificazione delle risorse di sostegno didattico, le verificherà e formulerà la relativa proposta all’USR. Comprese quindi le ore di sostegno da assegnare a ciascun alunno disabile.
Inoltre, è bene specificare che la procedura di assegnazione delle risorse per il sostegno, prevede una mediazione fra tra le richieste dei dirigenti e l’assegnazione delle stesse da parte degli uffici scolastici.
La proposta della senatrice Granato: Genitori e insegnanti di sostegno al centro delle decisioni
Arriva dalla senatrice del Movimento Cinque Stelle Bianca Granato, la proposta di superare tale disposizione tramite un disegno di legge che andrebbe a riequilibrare la funzione del docente di sostegno e delle famiglie degli alunni disabili: “Assurdo: si rischia di ledere diritti costituzionalmente garantiti, dice la senatrice sul Corriere della Sera. Il GLHO è l’unico realmente in grado di conoscere la storia, la vita, le capacità e le potenzialità dell’alunno/a con disabilità”.
L’idea della senatrice è quello di tornare ad un gruppo di lavoro che comprenda familiari, docenti, esperti, che sviluppi un piano individuale per il disabile con riferimento al “profilo di funzionamento”, che metta insieme sia la diagnosi funzionale che il profilo dinamico-funzionale del portatore di handicap. Quindi, per la Granato, bisogna costruire un sistema che non punti principalmente sugli aspetti sanitari, ma che invece, comprenda la natura pedagogica-educativa della valutazione, con un ruolo centrale dei docenti di sostegno e delle famiglie degli alunni disabili, messi un po’ da parte dalla riforma della Buona scuola.
Risparmio economico
Il disegno di legge potrebbe valere anche un risparmio di natura economica: secondo le stime della Granato, gli 11,5 milioni di euro previsti per i Git sarebbero una “spesa non solo inutile e cospicua» ma anche «controproducente e dannosa”.