Mancano davvero gli specializzati sul sostegno? E’ da questa domanda che è partita una rilevazione a cura del MiSoS, Movimento insegnanti specializzati sul sostegno.
Rilevazione che è stata condotta a partire dal numero di domande inviate in partenza agli USR e dalle testimonianze di docenti di sostegno dell’associazione, in merito al concorso docenti abilitati, procedura riservata appunto agli insegnanti in possesso dell’abilitazione e/o specializzazione sul sostegno, che però ha visto una conclusione diversa nel territorio italiano.
La rilevazione non ha pretese scientifiche o statistiche, ma può dare delle indicazioni significative per comprendere il fenomeno in questione.
Le assunzioni: flop del sostegno
Il Ministero dell’Istruzione, ad agosto, aveva autorizzato 57.322 posti da stabilizzare, di cui 13.329 per il sostegno. Appena 3.382 posti sono stati coperti con personale di ruolo. Ciò significa che 10.011 cattedre sono rimaste libere ed andranno quindi a supplenza.
Le “assunzioni non effettuate” sono circa l’87% per mancanza di aspiranti in possesso del titolo, riferisce la Flc Cgil. Tra infanzia, primaria e scuola secondaria di 1° e 2° grado abbiamo una elevatissima percentuale di posti coperti da “non specializzati” pari a circa il 75%.
Se consideriamo solo la stabilizzazione della scuola secondaria, ci accorgiamo di come le cose sarebbero potute andare in modo diverso se si fossero concluse, per tutte le regioni, le operazioni del concorso riservato agli abilitati. Posti che sappiamo non andranno perduti: infatti, come riportato in precedenza, il Miur ha pubblicato il decreto con cui autorizza entro il 31 dicembre la conclusione delle operazioni inerenti al concorso e soprattutto, permette l’accantonamento del posto per i vincitori per quanto riguarda le assunzioni 2019.
Con il decreto, i docenti presenti nelle graduatorie di merito del concorso 2018 pubblicate entro il 31 dicembre potranno effettuare la scelta degli ambiti territoriali nei quali svolgere il terzo anno del FIT a partire da settembre del 2019.
Anno nuovo, problemi uguali
Ma il problema quest’anno persiste: niente stabilizzazione di migliaia di precari, niente continuità didattica per gli alunni con disabilità, che potrebbero trovarsi ancora lo stesso supplente, o un altro del tutto nuovo.
Sono infatti ancora molti i casi in cui non si sono effettuate le nomine per i docenti su posto di sostegno, un valzer che negli scorsi anni si è protratto addirittura fino alle prime settimane di gennaio in alcuni casi.
La distribuzione geografica dei partecipanti per il sostegno
In tutte le regioni d’Italia, tranne nelle Marche (per la classe di concorso ADMM, sostegno secondaria primo grado), non sono stati completati i lavori dei concorsi e molti dei posti destinati alla stabilizzazione dal Miur sono rimasti vacanti, anche se migliaia di docenti specializzati per le attività di sostegno erano pronti a garantire la continuità didattica degli alunni.
In alcune regioni, come sappiamo, non sono state pubblicate le graduatorie di merito ed in altre addirittura i candidati sono ancora in attesa di sostenere la prova di esame. Per questo è stato prorogato il termine al 31 dicembre, per permettere a tutte le regioni di recuperare.
I dati ricavati dalla rilevazione sono riportati sulla tabella sotto, per rendersi conto del numero di insegnanti specializzati che sono in attesa di concludere la vicenda concorso, vicenda che avrebbe dovuto concludersi entro il 31 agosto 2018.
REGIONE | Classe ADMM | Classe ADSS |
Umbria | 46 | 70 |
Toscana | 117 | 202 |
Lazio | 387 | 483 |
Abruzzo | 98 | 102 |
Basilicata | 83 | 162 |
Calabria | 107 | 350 |
Campania-Molise | 311 | 1244 |
Puglia | 272 | 530 |
Sardegna | 31 | 42 |
Sicilia | 565 | 1160 |
Veneto | 143 | 127 |
Piemonte | 94 | 103 |
Liguria | 35 | 76 |
Emilia Romagna | 103 | 150 |
Lombardia | 301 | 250 |
I partecipanti alla fase transitoria, in base a tale rilevazione, sono circa 7000 docenti di sostegno, specializzati per la scuola secondaria di primo e secondo grado i quali permangono in una situazione di instabilità che dura da troppo tempo, in particolare nel centro-sud.
Infatti, per coprire le cattedre si sta facendo ricorso ai precari, in quanto i docenti specializzati nelle graduatorie a esaurimento (GaE) sono insufficienti, soprattutto per le esigenze delle scuole del Nord.
Aumentano gli alunni disabili? Stabilizziamo i docenti specializzati
La soluzione, più volte ribadita anche dal MiSoS, sarebbe quella di trasformare i posti in deroga in organico di diritto, allo scopo di stabilizzare il personale e garantire la continuità didattica agli alunni disabili.
Al di là di questa rilevazione, parziale ma assolutamente significativa, la scuola italiana avrà sempre più bisogno di insegnanti specializzati, considerando anche l’aumento costante di alunni con disabilità nelle aule. Per questo i prossimi passi dovranno essere maggiormente oculati se si vuole intervenire in modo deciso sulla questione sostegno.
Ne è convinto anche Ernesto Ciraci, presidente del MiSoS: “La scuola italiana non è assolutamente guarita dalla supplentite, e a pagarne maggiormente le spese sono ovviamente gli alunni con disabilità, che ancora, oltre a subire l’ingiustizia di non vedersi garantito il diritto all’istruzione come gli altri compagni di classe, vedono come sempre violato il proprio diritto ad avere un insegnante di sostegno specializzato, competente e in grado di garantire loro un’adeguata crescita formativa, nel rispetto della continuità didattica ed educativa, come d’altronde richiesto dalla Legge 104/92.”
“E’ necessario, prosegue Ciraci, che il Governo diventi sensibile alla questione sostegno e continuità didattica, affinché in tempi brevi, trasformi le cattedre in organico di diritto al Sud – Centro Italia, affinché i migliaia di insegnanti specializzati precari, possano essere finalmente stabilizzati nel brevissimo tempo. E’ davvero un gran peccato disporre di risorse preziose e condannarle ad eterne supplenze”.
“Solo in questo modo, conclude il presidente MiSoS, è possibile garantire la tanta desiderata continuità didattica per i nostri alunni. Occorre cambiare passo sul sostegno ed attuare una programmazione efficace!”.