Nei giorni scorsi è stata presente in Italia una delegazione del Movimento studentesco statunitense “No Guns”, per portare ai nostri studenti una testimonianza e una denuncia sulla violenza causata dalla vendita e dall’utilizzo indiscriminato delle armi, che ha provocato tanti tragici eventi in alcune scuole degli Usa. Melanie Sala Pohlman, preside della School at Thurgood Marshall Public Charter High School di Washington, ha aderito all’iniziativa proposta dall’Italia nell’ambito della celebrazione della Giornata della nonviolenza del 2 ottobre scorso (Giornata istituita dall’Onu nel 2007 per l’anniversario della nascita di Gandhi).
Anche il gemello e un altro familiare del ragazzo americano ucciso da un colpo di un fucile mentre tornava da scuola facevano parte della delegazione, la quale ha voluto rappresentare tutti i giovani che hanno aderito alla “March for our lives” che si è svolta il 24 marzo di quest’anno in oltre 800 città del mondo (soltanto a Washington erano presenti circa 500mila persone) per la revisione della legge sulle armi, una piaga quella della diffusione e dell’utilizzo delle armi da fuoco che negli Stati Uniti d’America (e in altri Paesi) causa con frequenza davvero inquietante vittime e situazioni di estremo pericolo. Da anni si chiede alla politica una risposta al problema, che negli Usa si diffonde non solo negli ambienti scolastici e che spesso assume connotazioni “razziali”, ma il Presidente degli Stati Uniti ha definito quello del libero accesso alle armi come un “non problema”. La marcia dello scorso marzo ha voluto anche evidenziare la tensione del vivere una quotidianità in cui la propria vita è potenzialmente a rischio, nonché la gravità di scelte che possono solo giustificare ed incrementare un modello sociale basato sull’uso delle armi e della violenza.
Ma evidentemente la lobby dei produttori e del commercio delle armi detiene un potere difficile da sgretolare e serve una pressione culturale e sociale che diffonda un forte messaggio di contrasto a tale commercio e alla violenza che ne deriva e che genera tragedie.
Progetto “Disarmiamoci” e “Carovana della nonviolenza”
La prima tappa della “Carovana della nonviolenza”, appuntamento proposto nell’ambito del Progetto “Disarmiamoci”, a favore del disarmo, contro la guerra e per la costruzione della pace, rivolto dalla Commissione Pace e Cultura di Pax Christi alle scuole di ogni ordine e grado del territorio italiano, si è svolta il 2 ottobre a Catania (poi è stata la volta di Lamezia, Portici, Napoli, Besozzo, Tradate, Casalecchio di Reno e Assisi) presso l’I.C. Vespucci-Capuana-Pirandello (Auditorium Beppe Montana) ed ha visto la partecipazione di circa 400 studenti di varie scuole di istruzione secondaria di II grado del capoluogo etneo e della sua provincia; tra gli altri è intervenuta l’insegnante Karen Lee che negli Usa per due volte si è trovata a vivere il dolore di un lutto per l’uccisione di due suoi alunni, vittime di una violenza spietata e folle che si serve dell’uso facile di armi spesso nelle mani persino di adolescenti. Durante l’incontro sono stati proiettati video realizzati dagli studenti su Martin Lhuter King, Ghandi, don Pino Puglisi, Malala Yousafzai, Rachel Corrie (gli studenti che non conoscono alcune di queste persone possono documentarsi sulle attività da loro svolte) e altri testimoni che si sono battuti e fanno riflettere sui temi della lotta nonviolenta, della ricerca della giustizia sociale, dell’educazione alla legalità.
All’incontro erano presenti anche alunni del Liceo classico “Spedalieri” di Catania, impegnato nella scelta di mettere al centro il confronto tra le giovani generazioni per un futuro non violento quale modello sociale politico e culturale da conoscere, divulgare e sperimentare nella vita individuale e collettiva.
“Diritti e responsabilità”. L’educazione alla pace va coniugata con la giustizia sociale
Citiamo in particolare questo istituto scolastico perché la IV B del Liceo “Spedalieri” ha avuto un ruolo di rilievo, grazie anche all’impegno della prof.ssa Adriana Cantaro, nel quadro del programma nazionale di educazione ai diritti umani ed alla cittadinanza, denominato “Diritti e Responsabilità”, promosso dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace, dal Centro Diritti Umani dell’Università di Padova, dalla Rete Nazionale delle Scuole per la Pace, dalla Tavola della Pace e dal Miur. Dal 1° ottobre di quest’anno, infatti, due alunne, selezionate dal Coordinamento Nazionale insieme ad altri 23 ragazzi, si sono recate a Perugia per frequentare i laboratori e rivestire ruoli organizzativi della Marcia della Pace Perugia Assisi.
A partire dal 5 ottobre le due alunne della IV B sono state raggiunte da altri componenti della stessa classe (accompagnati dal prof. Giuseppe Privitera che ha coadiuvato Adriana Cantaro nelle gestione delle attività previste), che è stata impegnata nel contesto del “Meeting nazionale delle scuole per i diritti umani”.
“Nessuno deve essere lasciato solo” e il “Manifesto della cura” sono i due documenti finali che racchiudono i princìpi che hanno ispirato la settimana di lavoro condiviso. Domenica scorsa, infine, ha avuto luogo la Marcia da Perugia ad Assisi (organizzata insieme a numerosi gruppi, associazioni ed enti locali da Flavio Lotti, che per anni è stato anche coordinatore nazionale della “Tavola della pace”) che gli alunni hanno vissuto insieme alle migliaia di convenuti a questa edizione della Marcia della Pace e a personalità quali, per ricordarne solo alcune, Luigi Ciotti, Pierlugi Di Piazza, Alex Zanotelli. I ragazzi si sono ritrovati con una comunità inclusiva, solidale, non violenta che intende costruire un mondo di pace, che a nostro parere va coniugato con la giustizia e con la redistribuzione più equa della ricchezza (cosa abbastanza… improbabile se non si scardina l’ideologia e il conseguente modello neoliberista!).