La sua denominazione completa è “Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Miur per l’anno 2019”, e deve essere compilato in adempimento formale di qualche norma burocratica.
Così il ministro Bussetti, il 22 dicembre, puntualmente provvedeva e poi comunicava “Sono undici le priorità politiche del Miur per l’anno 2019, contenute nell’Atto di indirizzo”.
Però l’Atto di indirizzo risulta del tutto generico e vago, dice poco o quasi nulla, non indica i tempi, le scadenze, le risorse economiche implicate, nessun crono-programma o diagramma, nessun PERT o CPM, così da poter monitorare e poi consuntivare; tanto che non risultano consuntivi nemmeno generici degli Atti di indirizzo precedenti. E poi 11 priorità in contemporanea, ex aequo?! Assomiglia a un ossimoro!
L’Atto risulta quasi inutile ai fini pratici, tranne forse per gli argomenti che risultano omessi. Tecnica della Scuola segnala infatti che “mancano gli stipendi europei dei docenti”; e dire che il riferimento ad essi risale ad almeno un decennio addietro, al tempo dei mitici Gelmini e Brunetta!
Altra omissione da rimarcare è quella relativa alle scuole private paritarie, alla loro rivendicazione del “costo standard” forse naufragato, arenato o insabbiato, al “Gruppo di lavoro” presieduto da Luigi Berlinguer, ma …. ozioso e silente ormai da un anno.
Da notare infine che sul Corriere dell’11 giugno si poteva leggere: “Il ministro Bussetti alla prima uscita: priorità alle scuole paritarie”, con conseguente e comprensibile sorpresa e malumore dei 5S perché nulla riportava in proposito il “Contratto per il governo del cambiamento”.
Vincenzo Pascuzzi