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Grembiule sì, grembiule no? Salvini lo vuole perché evita le diversità, ma il Miur non lo può imporre

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“Almeno alle scuole elementari, rimettere il grembiule farebbe bene ai bambini ed eviterebbe simboli di diversità”: sono bastate queste parole del vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini, rilasciate a Tg2Italia, per far riaprire la querelle sulla pertinenza delle divise scolastiche.

Bussetti d’accordo con il leader leghista

Dello stesso avviso si è detto, lo scorso mese settembre, anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che interpellato sulla possibilità, per gli studenti, di presentarsi a scuola con i jeans strappati, sottolineò: “personalmente sono per il grembiule fino alle medie”, perché “semplificherebbe un certo tipo di relazioni”.

Un concetto ribadito dal titolare del Miur a fine novembre, quando disse che “se la scelta del grembiule a scuola è condivisa e accettata dall’istituto è una cosa sulla quale si può anche riflettere sicuramente”.

La precisazione di Bussetti è doverosa: la decisione di introdurre il grembiule, rientra infatti nella disponibilità delle decisioni di ogni istituto.

I presidi d’accordo, ma…

Sul fatto che il grembiule non possa essere imposto, ma deciso dagli organi collegiali, si è soffermato anche Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionali Presidi del Lazio: non c’è alcuna “preclusione ideologica per il grembiule delle scuole materne ed elementari”, ha detto il sindacalista dei dirigenti scolastici.

“Siamo anche favorevoli alla divisa o alle tute per le medie e superiori, purché – ha spiegato Rusconi – la cosa non venga normata da una legge ma sia presa come decisione dal Consiglio d’istituto, sentiti i genitori, e dal collegio dei docenti così come sancisce l’autonomia scolastica. E nei fatti è già così”.

Quando l’ex ministra Gelmini fece la sua proposta

Il tema è comunque datato. L’Ansa ha ricordato che andando a ritroso nel tempo, precisamente al primo luglio del 2008, l’allora ministro all’istruzione Maria Stella Gelmini, durante una audizione alla Camera, fece sua la proposta e dopo tre settimane comunicò: “Noto con piacere che molti presidi stanno informando il ministero del fatto che in parecchie scuole stanno reintroducendo il grembiule”.

Quando Berlusconi tirò fuori Dolce e Gabbana

Sulla querelle grembiule il 20 novembre dello stesso anno intervenne anche l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante la giornata nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza: “Abbiamo raccolto molti consensi per l’utilizzo del grembiule che evita un confronto tra bambini che vanno a scuola griffati e chi no. Ad esempio, può succedere che nelle scuole del Nord, ci siano bambini che vanno a scuola vestiti Dolce e Gabbana oppure Versace, ed altri no. L’introduzione del grembiule evita di fare confronti”.