Dopo una lunga gestazione vede la luce il decreto del governo con l’introduzione di Quota 100, misura chiave della Legge di Bilancio 2019.
Sono quattro le novità sostanziali che riguardano le uscite pensionistiche: dalla prima data utile per i pensionamenti con Quota 100, al Tfr dei lavoratori pubblici, fino alle soglie di Ape Social e Opzione donna e alle agevolazioni per il riscatto della laurea.
Opzione Donna e Ape Social confermate
Con Quota 100 rimangono confermate sia Opzione Donna che Ape Social.
L’Opzione donna prevede l’uscita anticipata e la pensione ricalcolata col metodo contributivo per le dipendenti con almeno 58 anni (autonome a 59 anni), con 35 anni di contributi. La finestra mobile è di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. L’assegno avrà un taglio tra il 20 e il 25%
L’Ape Social, invece, è una sorta di pre-pensione assistenziale che ottenibile dai 63 anni.
Possono chiederla disoccupati, chi assiste familiari disabili, persone con invalidità di almeno il 74% e chi svolge lavori gravosi, come operai edili, autisti di gru e di mezzi pesanti, macchinisti, infermiere, badanti, maestre d’asilo, facchini, operai siderurgici e agricoli, marittimi e pescatori.
Per accedere all’anticipo gratuito occorre avere 30 anni di contributi, che diventano 36 per chi è stato impiegato per alcuni anni in lavori gravosi.
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Non solo quota 100
Ecco un quadro delle possibili opzioni di uscita flessibile così come segnala Il Sole 24 Ore.
Lavori usuranti: circa 6mila i lavoratori potenziali beneficiari che ogni anno della pensione anticipata per lavoro usurante. Si tratta di persone che hanno svolto una o più delle attività usuranti (come ad esempio le maestre d’asilo). Attenzione, però: l’assegno sarà più basso a causa dei minori contributi versati.
Ape volontario: riguarda i lavoratori privati. Per poter fare domanda non devono mancare più di tre anni e sette mesi all’età della pensione di vecchiaia. Il lavoratore potrà così ricevere un assegno ponte per un massimo di 43 mesi prima della pensione di vecchiaia.
Lavoratori precoci: lavoratori che hanno versato almeno un anno di contributi da lavoro effettivo prima dei 19 anni di età e svolgono attività particolarmente faticose.
Isopensione: L’isopensione è il trattamento a cui accede il lavoratore che sottoscrive un accordo di esodo con prepensionamento a carico dell’azienda. Dal momento in cui smette di lavorare no alla pensione, percepisce un importo mensile pagato dall’ex datore di lavoro. La possibilità di anticipare 7 anni rispetto alla vecchiaia è prevista fino al 2020, dopo si potranno anticipare 4 anni.