Sul tema della valutazione del rischio da stress lavoro correlato (SLC) abbiamo intervistato la segretaria nazionale di Cisl Scuola, Maddalena Gissi
Domanda: I casi di insegnanti che, per svariate regioni, non riescono a gestire un corretto rapporto educativo sembrano in aumento. Lei cosa ne pensa?
Gissi
Una premessa doverosa: chi si rende protagonista di maltrattamenti e violenze sugli alunni va allontanato da una professione per la quale, in piena evidenza, si dimostra totalmente inadeguato.
Altrettanto doveroso riportare questi episodi, che hanno grande risalto nelle cronache, alla loro effettiva dimensione quantitativa.
Considerato che la scuola dell’infanzia agisce in 13.326 sedi, e poco meno di 15.000 sono quelle della scuola primaria, quegli episodi comunque esecrabili rappresentano rarissime eccezioni, che non giustificano assolutamente un generalizzato clima di allarme e di sospetto sul nostro personale docente.
Forse questi episodi sono da mettere in relazione al fatto che il mestiere del docente è sempre più faticoso e stressante….
Che quella dell’insegnante sia un’attività esposta a forte rischio di SLC è un dato di cui vi è sempre maggiore consapevolezza. Come CISL Scuola l’abbiamo fatto più volte oggetto di iniziative di indagine e studio, anche con l’apporto di qualificati professionisti. Soprattutto abbiamo voluto che il tema entrasse a pieno titolo fra le materie oggetto delle relazioni sindacali, anche a livello di istituto.
Ma concretamente, su questo tema, quali iniziative ha assunto il sindacato?
Alla prevenzione dello stress lavoro correlato e dei fenomeni di burn out fa esplicito riferimento l’art. 22 del nuovo CCNL, stabilendo che le misure da adottare a tal fine siano oggetto di confronto in ogni scuola. Si tratta di un profilo certamente innovativo su cui indirizzare l’impegno delle strutture territoriali e delle RSU da poco elette, oltre che ovviamente della dirigenza scolastica.
Possiamo scendere un po’ di più nel dettaglio?
Certamente vi è molto da fare, ma intanto è importante avere avviato un percorso. Un contributo importante potrebbe venire recuperando il lavoro impostato nella scorsa Legislatura, quando su input del sottosegretario De Filippo era stato istituito un tavolo tecnico, coinvolgente mondo accademico, scientifico e sindacale, finalizzato a promuovere e sostenere il benessere nella scuola e la prevenzione dei comportamenti a rischio e dello stress lavoro correlato. Per mettere in campo strumenti efficaci di prevenzione non basta avere giusta sensibilità al problema, servono esperienza, conoscenza e competenze adeguate.
Sull’argomento puoi vedere un nostro video riassuntivo in cui si fa riferimento anche al sondaggio che abbiamo proposto in questi giorni.
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