Il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati di scuola secondaria di secondo grado, realizzato da AlmaDiploma e dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, fotografa le scelte compiute dai diplomati alla conclusione della scuola secondaria di secondo grado in termini di performance universitarie e lavorative nell’immediato (a un anno) e in un più lungo periodo (a tre anni).
Il Rapporto, che ha riguardato quasi 85 mila diplomati del 2017 e del 2015, nello specifico, ha coinvolto oltre 47 mila diplomati del 2017, contattati a un anno dal diploma, e 37 mila diplomati del 2015, contattati a tre anni.
I liceali continuano gli studi
Il 66,8% di chi ha conseguito il diploma nel 2017 si è iscritto all’Università. Di questi, il 51,1% ha optato esclusivamente per lo studio, il 15,7% frequenta l’università lavorando.
A proseguire gli studi dopo il diploma ci sono principalmente i laureati con il 67,1% rispetto ai diplomati del tecnico 37,3% e del professionale 14,3%.
In aumento, dopo tre anni dal diploma, la quota di liceali che studiano – esclusivamente – all’università: 59,6%, rispetto al 33,4% dei tecnici e al 15,0% dei professionali.
Chi ha scelto l’Università era già convinto prima del diploma
Il rapporto evidenzia come alla vigilia dell’Esame di Stato, infatti, tra i diplomati del 2017 l’87,1% di coloro che avevano dichiarato di volersi iscrivere all’università ha successivamente confermato le proprie intenzioni. Soltanto l’8,4% ha cambiato idea.
La quota di chi ha rivisto le proprie scelte, come ci si poteva attendere, è decisamente consistente tra i diplomati professionali (34,0%) e i tecnici (14,0%): ovvero profili che, rispetto ai liceali dove la quota dei ripensamenti è praticamente irrilevante (4,7%), subito dopo il conseguimento del titolo possono contare su maggiori chance lavorative.
Per quanto riguarda i diplomati del 2017 iscritti all’università, la scelta si è orientata soprattutto verso un corso di laurea nell’area economico-sociale (21,8%; è il 34,3% tra i tecnici), umanistica (19,5%; è il 33,1% tra i diplomati professionali), ingegneria o architettura (18,5%, valore che sale al 22,5% tra i tecnici) e scientifica (16,4%; 16,5% sia tra i liceali che tra i tecnici).
A guidare le scelte anche il contesto familiare
La probabilità di proseguire gli studi dipende anche dal contesto socio-economico e culturale familiare. Infatti, fra i diplomati del 2017 appartenenti a contesti economicamente più favoriti è nettamente più frequente l’iscrizione all’università (81,6% rispetto al 52,0% dei giovani provenienti da famiglie meno favorite).
Anche il titolo di studio dei genitori influenza le scelte formative dei giovani: l’84,6% dei diplomati provenienti da famiglie in cui almeno un genitore è laureato ha deciso di iscriversi all’università.
La scelta delle famiglie di supportare la prosecuzione degli studi è influenzata dalle difficoltà economiche e occupazionali vissute e, in molti casi, chi può fa proseguire gli studi rinviando l’ingresso nel mercato del lavoro.
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