Home Università e Afam L’osservatorio di Giarrusso divenne osservato: ma serve?

L’osservatorio di Giarrusso divenne osservato: ma serve?

CONDIVIDI

Dino Giarrusso, come è noto, è l’ex inviato del programma Le Ienee attuale incaricato di curare l’“Osservatorio sui concorsi nell’università e negli enti di ricerca” al fine di vigilare sui concorsi nelle università e negli enti di ricerca.

Ricercatrice buggerata segnala, ma nessuna risposta

Ora è successo che, riporta Wired.it, una tale ricercatrice, da oltre vent’anni in un istituto di fama internazionale, ha scritto, già tre mesi fa, all’osservatorio di Fioramonti e Giarrusso, denunciando di sentirsi derubata, perché la commissione, a settembre 2018, ha concesso al predestinato vincitore 16 punti, ovvero il massimo, per appena 8 anni di post dottorato trascorsi nella medesima università; a lei nulla per più di due decenni passati in laboratorio.

Ma nonostante la segnalazione nessuna risposta, né da Fioramonti né da Giarrusso, che “in viale Trastevere viene pagato 78mila euro all’anno anche per presiedere un “piccolo team di collaboratori”con il compito di controllare la regolarità dei concorsi e far saltare le baronie”.

Oltre un centinaio di segnalazioni

Sembra inoltre che a metà novembre ( ma siamo a febbraio), segnala Wired.it,  sarebbero  arrivate “un centinaio”di denunce su concorsi truccati e favori accademici, mentre due  associazioni, l’Osservatorio indipendente concorsi universitari(Oicu) e Trasparenza e merito, dicono che a mancare sono però le risposte:“Le uniche che abbiamo ricevuto sono automatiche. Il ministero ci ringrazia e promette di aggiornarci. Ma poi non succede niente”, e in  poco più di un anno l’osservatorio indipendente ha raccolto 155 iscritti riuscendo a inviare 50 segnalazioni “circostanziate” a rettori, ministri ed ex iene. Dunque solo parole, promesse e spreco di denari, tanti denari per lo staff di Giarrusso.

Il dott non c’è

Scrive Wired: “Wired avrebbe voluto conoscere da fonte ministeriale i numeri delle denunce piovute sulle loro scrivanie, i primi risultati raggiunti e le intenzioni di chi ha fatto della trasparenza accademica la propria battaglia. Ma nessuna risposta è arrivata né via mail né via telefono: “Il dottore non è in sede”.