È quanto prevede il disegno di legge sulle difficoltà specifiche di apprendimento (Dsa) di cui si discute in questi giorni in Commissione Istruzione alla Camera in comitato ristretto.
Il 19 maggio scorso, ricordiamo, la norma era stata approvata al Senato.
La legge riguarda gli alunni che soffrono di dislessia (difficoltà nella lettura), discalculia (difficoltà negli automatismi del calcolo), disgrafia/disortografia (prestazioni grafiche scadenti e particolarmente scorrette), disturbi che possono sussistere separatamente o insieme e colpiscono 1 bambino su 4.
Finalità del testo in discussione sono:
– garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con Dsa;
– favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento degli alunni con Dsa, agevolandone la piena integrazione sociale e culturale;
– ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con Dsa;
– assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità degli alunni con Dsa;
– adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità degli alunni con Dsa;
– sensibilizzare e preparare gli insegnanti ed i genitori nei confronti delle problematiche legate alle Dsa;
– assicurare adeguate possibilità di diagnosi precoce, a partire dalla scuola dell’infanzia, e di riabilitazione per i soggetti con Dsa;
– incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante tutto l’arco dell’istruzione scolastica.
Fondamentale è, quindi, il ruolo della scuola nell’individuazione e segnalazione alle famiglie di casi sospetti di Dsa e nell’attuazione di attività specifiche di recupero e di riabilitazione.
A tale scopo, la proposta di legge prevede un’adeguata formazione di tutto il personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado riguardo alle problematiche relative alle Dsa, anche con ricorso a strumenti di e-learning per la formazione on-line.
Ai fini della valutazione, agli alunni con Dsa potranno essere concessi tempi più lunghi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Non si fa alcun cenno ai docenti di sostegno: le stesse associazioni che si occupano del problema, infatti, non ritengono siano necessari.
Sono previste, infine, anche forme di flessibilità lavorativa per i familiari fino al primo grado di alunni con Dsa impegnati nell’assistenza alle attività scolastiche a casa. Le modalità di esercizio di tale diritto sono demandate ai contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti interessati.