Docenti ed educatori ricordate sempre che tutti gli alunni e gli studenti meritano sempre il massimo dell’attenzione e dell’accortezza. Può essere questo il senso della decisione presa dal giudice delle indagini preliminari che ha ravvisato i termini per il rinvio a giudizio di una docente in servizio nel 2006 nella scuola materna a Lama di Ceregnano, in Provincia di Rovigo: il motivo si deve all’incredibile decisione operata dalla docente, la quale senza particolari motivazioni avrebbe messo a dormire al buio da solo un bambino di appena due anni e mezzo.
L’insegnante, che ora ha 39 anni, si dovrà così ora difendere dall’accusa di “abuso di mezzi di correzione”. A rendere nota la vicenda, sporgendo la denuncia è stata la madre del piccolo, dope essersi accorta che il bambino si comportava in modo anomalo: in particolare, ha raccontato la donna al giudice, il figlio ha improvvisamente cominciato ad avere problemi di sonno. A quel punto sono state fatte delle verifiche e, grazie anche alla descrizione dei fatti del piccolo, si sarebbe associato il trauma manifestato a casa allo spiacevole evento accaduto nell’ambiente scolastico. Ad essere denunciato, per minacce, anche il marito dell’insegnante che avrebbe “consigliato” alla madre del piccolo di non presentare querela.
L’insegnante, che ora ha 39 anni, si dovrà così ora difendere dall’accusa di “abuso di mezzi di correzione”. A rendere nota la vicenda, sporgendo la denuncia è stata la madre del piccolo, dope essersi accorta che il bambino si comportava in modo anomalo: in particolare, ha raccontato la donna al giudice, il figlio ha improvvisamente cominciato ad avere problemi di sonno. A quel punto sono state fatte delle verifiche e, grazie anche alla descrizione dei fatti del piccolo, si sarebbe associato il trauma manifestato a casa allo spiacevole evento accaduto nell’ambiente scolastico. Ad essere denunciato, per minacce, anche il marito dell’insegnante che avrebbe “consigliato” alla madre del piccolo di non presentare querela.
Secondo i consulenti neuropsichiatrici dell’accusa l’esperienza traumatica subita avrebbe innescato nel bimbo anche il terrore di tornare all’asilo. Una ulteriore motivazione che ha spinto la famiglia a produrre denuncia. Anche per danno biologico.