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Gelmini in dolce attesa: “non starò a casa neppure un giorno”

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Prima l’annuncio di essere in dolce attesa. Poi, a poche ore di distanza, la precisazione: “Quanto mi fermerò? Non starò a casa neppure un gior­no”. E’ questa la modalità scelta dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gel­mini, di rendere noto all’opinione pubblica di attendere un bimbo dal compagno Giorgio Patelli, che probabilmente sposerà a gennaio: prima che le indiscrezioni, per un pancia che comincia ad essere vistosa, prendessero il sopravvento, la Gelmini ha preferito anticipare i tempi. Spiegando di essere felice, ma anche che per una donna impegnata sul lavoro lo stato interessante non è detto che rappresenti un impedimento: “vedo che ci sono milioni di mamme che riescono a fare bene entrambe le cose. Certo, a prezzo di qual­che sacrificio, di qualche fati­ca. Io non sono mai stata così bene. Mi sento in stato di grazia, molto più forte rispetto al solito”.
Il messaggio inviato dal Ministro è evidente: tranne i giorni a ridosso e subito dopo il parto, che si prevede ad aprile, non ha alcuna intenzione di lasciare il dicastero dell’Istruzione in mano ad altri. L’ipotesi del sostituto a tempo, a capo del dicastero di viale Trastevere, circolata subito dopo l’annuncio, della necessità di nominare un sottosegretario operativo e da affiancare a quello già esistente, Giuseppe Pizza, è presto naufragata.
Del resto “il modello anni Ottanta – ha dichiarato Gelmini – della donna in carrie­ra che rinuncia ai figli, alla fa­miglia e più in generale alla vi­ta personale in nome del lavo­ro, non mi appartiene”. La sua musa di futura mamma non può essere, quindi, la donna media italiana. Molto meglio ispirarsi all’attuale ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigia­como, che nel 2002, a capo del dicastero Pari opportunità, riuscì a cavarsela senza particolari problemi: per Gelmini “è riuscita a fare il suo lavoro egregiamente. Spe­ro di riuscirci anch’io. Che de­vo dire? Metterò una nursery al ministero”.
Meglio allora riservare le preoccupazioni per il dopo, soprattutto nei primi mesi di vita del nascituro. Mamma e Ministro potrebbe essere non proprio conciliate. “E’ un bell’impegno. Ma non voglio fare la vittima: ci sono tante mamme, in giro per l’Italia, che quotidianamente si sdoppiano benissimo“. E comunque “è molto più difficile essere una brava mamma che un buon Ministro“.

Gelmini, che nel pomeriggio aveva risposto a due question time sulla sentenza di Strasburgo che vorrebbe il crocifisso fuori dalle aule (definita “del tutto insensata” ma comunque senza alcun effetto “coercitivo”), il ministro dell’Istruzione ha confermato la volontà di inserire un tetto alla presenza di studenti immigrati per classe: sarà del 30% e verrà adottato con ogni probabilità già dal prossimo anno scolastico. Si tratterebbe di “una misura – ha detto Gelmini – suggerita dai dirigenti scolastici e dagli insegnanti che si trovano ad operare nelle scuole dove la presenza di stranieri è molto elevata. L’obiettivo perseguito è un equilibrio all’interno delle classi tra studenti immigrati e studenti italiani perché è provato – ha concluso – che laddove ci sono classi composte quasi interamente da studenti immigrati quelle classi diventano classi ghetto“.