Lo ha ribadito il Garante per la protezione dei dati personali con un provvedimento del 2 ottobre 2009 reso noto nella Newsletter n. 331 del 17 novembre 2009, con il quale accoglie il reclamo di un dipendente pubblico che denunciava la presenza dei propri dati personali attinenti allo stato di salute su diversi verbali e documenti che circolavano all’interno degli uffici amministrativi.
Inidoneità al servizio: anonimato per la diagnosi Hiv
Nel reclamo il segnalante contestava le modalità con cui i propri dati personali riguardanti ad un accertamento sanitario che aveva riscontrato la sieropositività fossero circolati all’interno della stessa amministrazione sebbene egli avesse sollecitato il rispetto della normativa vigente a tutela della riservatezza delle persone sieropositive. Il processo verbale della visita collegiale effettuata sarebbe stato, infatti, trasmesso dalla commissione medica, comprensivo del nominativo dell’interessato e della diagnosi formulata, nonché all’Ufficio generale del Personale, con la diagnosi “sbarrata e omessa”, in modo da renderla però facilmente desumibile, poiché la prassi di oscurare la diagnosi sarebbe adottata dall’amministrazione di appartenenza soltanto quando gli accertamenti diagnostici rivelano casi di infezione da Hiv.
Il Garante, oltre a vietare l’uso dei dati personali del dipendente, ha ordinato all’amministrazione da cui dipende il lavoratore, di conformare alla normativa sulla riservatezza la circolazione dei dati sanitari al suo interno. Dovrà, quindi, essere utilizzato un attestato che riporti il solo giudizio medico legale senza diagnosi, anziché il verbale integrale della visita collegiale. Da modificare anche il modello di informativa, in modo da fornire, anche con formule sintetiche, ma pur sempre agevolmente comprensibili, indicazioni specifiche relative alla natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati sullo stato di salute e alle diverse conseguenze per il mancato conferimento nell’ambito delle attività amministrative correlate alla cura della salute.