Nella giornata del 28 febbraio sono state pubblicate le simulazioni della seconda prova scritta dell’esame di Stato 2019. Invece, lo scorso 19 febbraio il Miur ha reso note le tracce di simulazione della prima prova.
Un nostro lettore, Aldo Meschiari, un insegnante di Lettere del Liceo classico-linguistico Muratori San Carlo di Modena, su segnalazione di una collega, Enza Savino, ci ha scritto in merito alla simulazione della prima prova.
Infatti, scrive il prof Meschiari, “correggendo la simulazione della prima prova di esame inviata dal Ministero, una collega mi faceva notare come la traduzione della citazione di Tacito nell’esempio della tipologia B su testo di Pavone, Prima lezione di storia contemporanea, fosse sbagliata“.
Il docente spiega che “nelle Historiae troviamo: Ulterioria mirari, presentia sequi. Il passo è stato tradotto: Guardare il futuro, stare nel tempo presente, con riferimento al saggio di Pani, Cornelio Tacito, Agricola, Germania, Dialogo sull’oratoria, ed. Garzanti. La traduzione è completamente errata e va resa invece con ammiriamo le cose (istituzioni) passate, ma restiamo nel presente. Infatti, sebbene ulteriora si riferisca a un tempo lontano, non specificamente passato o presente, il contesto toglie ogni dubbio. Il passo da cui è tratto si trova nelle Historiae, ed è riferito a Marcello.
Ecco la traduzione
“Se meminisse temporum quibus natus sit, quam civitatis formam patres avique instituerint; ulteriora mirari, praesentia sequi; bonos imperatores voto expetere, qualiscumque tolerare”.
La traduzione del passo è:
“Si ricordava dei tempi in cui era nato e il tipo di costituzione politica istituita dai padri e dagli avi; ammirava le istituzioni passate, ma seguiva le presenti; si augurava buoni imperatori, ma li tollerava, chiunque fossero”.
Per il prof Meschiari non ci sono dubbi: “Nessun riferimento al futuro, quindi, ma ai buoni tempi passati del principato di Vespasiano o in genere pre-domizianeo (se non addirittura repubblicano), che sebbene migliori del presente autoritario, comunque non si sarebbero potuti riportare in vita: quindi meglio stare nel presente, che perdersi nell’ammirazione utopistica del passato. Tra l’altro si tratta dell’atteggiamento tipico della storiografia tacitiana, di stampo senatorio”.
“L’errore è molto grave – conclude il docente interpellato da La Tecnica della Scuola -. Per fortuna si tratta solo di una simulazione. Sarebbe incredibile pensare di trovarsi un errore del genere il giorno della prima prova scritta dell’esame di Stato”.
ECCO LE TRACCE DELLA SIMULAZIONE
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