Home Archivio storico 1998-2013 Estero Supplenze, dal 14 dicembre in vigore gli elenchi “prioritari”

Supplenze, dal 14 dicembre in vigore gli elenchi “prioritari”

CONDIVIDI
Per i precari di lungo corso rimasti senza contratto siamo alla resa dei conti: il 4 dicembre il ministero dell’Istruzione, attraverso la nota prot. n. 18638, ha reso ufficiale una tempistica decisamente ristretta che nei prossimi giorni gli Uffici scolastici provinciali saranno chiamati a definire le graduatorie degli elenchi cosiddetti “prioritari”. La finestra per realizzare le liste speciali, composte da personale che ha svolto almeno 180 giorni di servizio nel passato a.s. ed in questo è rimasto a bocca asciutta, sarà immediatamente dopo il ponte dell’Immacolata: dal 9 all’11 dicembre. I singoli istituti potranno quindi visualizzare gli elenchi di loro competenza a partire dal pomeriggio del 14 dicembre, utilizzando la funzione “convocazione dalla fascia prioritaria”. Da quel momento in poi (quindi dal 14 pomeriggio) le assunzioni dovranno così essere svolte prima attraverso gli elenchi prioritari; poi si procederà attingendo dalle altre. Il Miur ha sottolineato, comunque, che la novità delle graduatorie “prioritarie” non andrà ad interferire sulle supplenze attualmente in corso: non si interromperanno, quindi, i contratti già sottoscritti.
La soluzione proposta dal Miur, con l’accordo della maggior parte dei sindacati, e approvata dal Parlamento, continua a non piacere ad una buona parte dei diretti interessati: tanto che cinque di loro, appartenenti al personale Ata, da lunedì scorso stanno conducendo a Palermo lo sciopero della fame proprio per trovare altre soluzioni al problema del precariato. Venerdì uno dei cinque è stato costretto ad abbandonare la protesta perché vittima di un malore: a darne notizia sono stati gli stessi precari posizionati davanti all’edificio della Regione all’interno di una tenda. Uno dei nostri amici e colleghi che da domenica presidiano il palazzo della Presidenza della Regione ed è in sciopero della fame – si legge in una nota dei precari – è stato portato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Civico a causa delle sue condizioni di salute. Per combattere la sua battaglia per il diritto al lavoro, Pietro aveva sospeso le sue cure mediche. Di ciò erano informati tutti. Anche la prefettura e il presidente Lombardo. La domanda è sempre e solo una. Dobbiamo morire per fare valere i nostri diritti?.
Nel frattempo gli altri quattro precari – Calogero Fantauzzo, Giovanni Bologna, Agata Calcavecchia e Pietro Prester – non hanno intenzione di fermare lo sciopero, avviato davanti palazzo d’Orleans all’indomani della Assemblea nazionale di Palermo dove sono emersi tutti i limiti dell’approvazione del regolamento di accesso ai cosiddetti contratti di disponibilità contenuto nel decreto legge `salva-precari’ (diventato legge 167/09).
Sempre sul fronte dei precari, il Tar del Lazio continua a “sfornare” sentenze favorevoli al sindacato Anief: dopo aver obbligato il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ad introdurre un decreto legge per evitare il commissariamento ad acta deciso dal Tar del Lazio per il mancato rispetto dell’inserimento a “pettine” dei precari della scuola, stavolta i giudici del tribunale laziale hanno accolto un ricorso che concede sei punti in più ai precari usciti dalle Ssis. Con la sentenza n. 12417/09 il Tar ha stabilito che ai docenti che hanno acquisito l’abilitazione attraverso un corso biennale universitario debba essere attribuito un punteggio ulteriore rispetto ai colleghi che hanno svolto un altro percorso formativo: quindi 36 punti anziché 30. Il motivo risiederebbe nel maggior impegno, anche temporale, profuso nell’affrontare il corso Ssis rispetto agli altri percorsi abilitanti. Secondo il Tar “il valore aggiunto retribuito con un punteggio ulteriore all’abilitazione SSIS, in ragione della peculiarità dei contenuti formativi e delle relative ricadute sul piano delle capacità didattiche dello specializzato, consiste proprio nell’attribuzione dei previsti 6 punti, a differenza dei 24 punti che sono calibrati – conclude il tribunale laziale – sul mero dato temporale della durata biennale del relativo corso”.
Per il momento il decreto impugnato riguarda solo una decina di ricorrenti: quelli che impugnarono il decreto n. 27/2007 firmato dall’allora ministro Fioroni. Ad oggi le graduatorie interessate alla sentenza del Tar riguardano solo le province di Palermo, Sassari, Roma e Bologna. Ma se la decisione dei giudici dovesse essere replicata, entro breve potrebbero essere un migliaio i precari a godere dei sei punti ulteriori. E ciò comporterebbe un piccolo terremoto per una bella fetta delle 104 graduatorie sparse per il territorio italiano.
Il fatto che i giudici abbiano stabilito che i precari Ssis debbano avere sei punti in più, quindi 36 anziché i 30 canonici, mi sembra sacrosanto“, ha detto Marcello Pacifico, presidente Anief. Ora è molto probabile, visti anche i precedenti, che il Miur faccia ricorso in Consiglio di Stato. E che possa in ogni caso sanare la sentenza, se ancora favorevole all’Anief, in sede parlamentare. Ma secondo il leader del giovane sindacato di sissini i “ricorrenti hanno avuto riconosciuto un diritto che difficilmente potrà essere annullato da un nuovo decreto legge ad hoc (il riferimento è al n. 134/2009 convertito dalla legge n. 167/2009 ndr), visto che già sulla materia – ha sottolineato Pacifico – vi sono diverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato“.