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Amleto intellettuale organico di gramsciana memoria

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«Gli intellettuali si sviluppano lentamente, perché oppressi dalla tradizione culturale che essi tentano di riassumere e da cui restano schiacciati, a meno che non riescano a rompere con il passato per collocarsi nel terreno di una nuova ideologia».

Così scriveva Gramsci nel 1926, in un orizzonte ideologico coerente con la sua tensione etico-politica. Decontestualizzando l’enunciato con senso dell’analogia, verrebbe da pensare ad Amleto, i cui freni inibitori – ostacolo all’azione – null’altro erano che l’effetto di una cultura aristocratico-rinascimentale libresca, tradizionale, succube dei precetti religiosi e del timore dell’aldilà (una cultura pertanto bisognosa di “rompere con il passato e di collocarsi nel terreno di una nuova ideologia”).

Lo intuisce lo stesso Amleto, nel momento in cui promette solennemente allo spettro paterno di vendicarlo, non prima di aver compiuto la propria conversione intellettuale. È quanto il Principe dichiara in un brano tutto da citare, che promette di costituire la vera chiave di volta della tragedia:

Dalla tavola della memoria

cancellerò tutte le annotazioni,  

e tutte le massime dei libri

che la giovinezza e l’osservazione vi copiarono. 

E il tuo comandamento solo vivrà 

nel libro e nel volume della mia mente.

I 5, 98-103

Comincia qui il faticoso percorso di Amleto (coerente con il suo progetto): la lenta e ardua demolizione del suo curriculum.

  • L’amore un tempo galante per Ofelia – ispirato anch’esso a modelli letterari – ne è la prima vittima.
  • Segue la tormentosa fase del dubbio (relativa alla religione ed al timore della vita ultraterrena).
  • Subentra poi il superamento del dubbio: il momento in cui Amleto, alla vista dell’esercito di Fortebraccio, riceve finalmente una forte spinta all’azione.
  • Quindi, il tragico epilogo, in cui il Principe, ormai morente, recupera alla maniera gramsciana il proprio ruolo politico e designa il successore al trono.
  • “Il resto è silenzio”: le ultime parole di Amleto cancellano ogni remora oltremondana e legittimano la sua vendetta alla luce di una prassi tutta terrena. Gramsci avrebbe potuto riconoscere in lui l’intellettuale organico “amato dal popolo” (IV 3, 4) e sostenuto dal “grande amore che per lui nutriva la gente comune” (IV 7, 18).

A tal proposito la Tecnica della Scuola, ente accreditato Miur per la formazione del personale della scuola, organizza un webinar dal titolo: “Amleto, personificazione dell’intellettuale organico di gramsciana memoria“.

Saranno svolti 2 incontri di 2 ore ciascuno per un totale di 4 ore
> Mercoledì 27 marzo 2019 – dalle 16.00 alle 18.00
> Giovedì 28 marzo 2019 – dalle 16.00 alle 18.00

PER AVERE TUTTE LE INFORMAZIONI SUL CORSO CLICCA QUI 

di Pierpaolo Rosati