Considerare il servizio svolto nel primo ciclo delle scuole paritarie alla stregua di quello effettuato negli istituti pubblici statali: a chiederlo, assieme ad altre proposte sul precariato, è stata Forza Italia: il 14 marzo, con una conferenza stampa in Senato, alcuni parlamentari forzisti hanno comunicato di avere presentato due mozioni, tra i cui obiettivi primari figura quello di dare “uguale dignità alla scuola statale e a quella paritaria”, oltre che superare il sistema delle graduatorie per l’assunzione introdotto nel 2017 con la Buona Scuola di Renzi e prevedere un piano di investimenti per la sicurezza degli edifici.
Le paritarie non sono scuole di serie B
Con una mozione, a prima firma della senatrice Alessandrina Lonardo, si intende impegnare il governo a “modificare il decreto n. 87 del 2018 (comma 4 ndr) nella parte in cui ammette il possesso del servizio prestato unicamente nella scuola pubblica statale, escludendo quello prestato nella scuola primaria paritaria”.
Il riferimento è l’accesso al concorso riservato, voluto dal Governo per “salvare” principalmente i maestri con diploma magistrale dagli effetti derivanti dall’esclusione dalla GaE, a seguito della sentenza di fine 2017 dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, ribadita qualche giorno fa dallo stesso organismo giudiziario: per il raggiungimento delle tre annualità di servizio, nell’ultimo ottennio, infatti non venivano considerate le supplenze svolte nelle scuole paritarie.
“Il governo – afferma Lonardo – non chiuda gli occhi e faccia la sua parte: non esiste una scuola di serie A e una di serie B”.
Quindi, ha detto il senatore di FI, il servizio prestato dai docenti presso le scuole private è bene che valga come titolo d’accesso per l’assunzione nelle scuole pubbliche.
La differenza però esiste
Va ricordato, comunque, che l’auspicio di Forza Italia non ha sino ad oggi trovato spazio nei regolamenti delle graduatorie pubbliche per un semplice motivo: per prendere servizio nelle scuole paritarie, non è indispensabile far parte di una graduatoria d’istituto, e quindi essere scelti per un merito legato al servizio già svolto e ai titoli di studio e di specializzazione acquisiti.
E’ una differenza, quella tra chi opera come lavoratore nelle scuole pubbliche e chi in quelle paritarie, che non si può considerare superata dai tempi.
Tutti gli abilitati da assumere
Nell’altra mozione, a prima firma Roberto Berardi, Forza Italia chiede invece al Governo perché si adoperi per “una semplificazione del sistema di esaurimento delle graduatorie attraverso un programma di assunzioni” da realizzare con “una fase transitoria aperta a tutti i docenti in possesso del requisito di abilitazione”.
In pratica, il senatore e i firmatari della mozione intendono risolvere il problema dei maestri con diploma magistrale, attraverso l’avvio di un piano straordinario di assunzioni aperto anche a tutti coloro che sono stati esclusi dalle graduatorie e dalle immissioni in ruolo, proprio a seguito della recente confermata sentenza del Consiglio di Stato.
si tratta secondo Berardi di iniziative necessarie per rimettere in sesto la Scuola italiana perché, sottolinea “le graduatorie hanno creato solo precariato”.
Le intenzioni del Governo non sono queste
La proposta, tuttavia, cozza con le intenzioni espresse più volte dal nuovo corso ministeriale, guidato dal ministro Marco Bussetti, che ha intenzione solo di svuotare le GaE e puntare dritto ai concorsi pubblici, i quali d’ora in poi vanno intesi come esclusivo canale di reclutamento.
Attraverso la stessa mozione, infine, Forza Italia chiede di “prevedere nella prossima Legge di Bilancio un piano Nazionale di investimenti da almeno due miliardi di euro all’anno per dieci anni, che preveda l’adeguamento infrastrutturale per la sicurezza degli edifici e l’aggiornamento formativo”.