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Formazione privacy, non c’è obbligo per tutti i docenti

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Il sindacato Gilda degli insegnanti segnala diversi ordini di servizio emanati da dirigenti scolastici in cui fisserebbero l’obbligo di partecipazione per tutti i docenti ai corsi di formazione sulla privacy, alla luce delle disposizioni del trattamento ed alla libera circolazione dei dati personali, applicabile a partire dal 24 maggio 2018.

Formazione privacy: la nota del Miur

La nota del Miur dello scorso 25 luglio 2018, riporta che il Regolamento UE 2016/679 (General Data Protection Regulation), relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento ed alla libera circolazione dei dati personali, applicabile a partire dal 24 maggio, introduce l’obbligo della formazione del personale delle pubbliche amministrazioni e delle imprese in tale ambito.
Per poter garantire il rispetto di tale previsione, questa Autorità di Gestione intende
promuovere una vasta azione formativa destinata al personale della scuola”.

La nota specifica che “a tal fine, si chiede agli Snodi Formativi Territoriali in indirizzo di confermare la disponibilità ad organizzare una attività di formazione in materia di protezione dei dati personali, da erogare entro il mese di novembre 2018, rivolta ad un massimo di cinque partecipanti per ciascuna istituzione scolastica, tra cui, necessariamente, il Dirigente Scolastico (DS), il vicario ed il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA)”. Da ciò si evince che non esisterebbe alcun obbligo per tutto il corpo insegnanti di partecipare a tali eventi formativi.

Formazione privacy, la posizione della Gilda

Per questo motivo, per la Gilda “non si giustificano, dunque, le richieste sotto forma di ordini di servizio per obbligare tutti i docenti indiscriminatamente a frequentare i corsi organizzati dalle scuole e dagli ambiti territoriali, considerato che i dati personali a cui hanno accesso gli insegnanti nello svolgimento del loro lavoro non rientrano tra quelli sensibili”.

“In ogni caso, conclude il sindacato guidato da Rino Di Meglio, per i docenti che decidessero in piena libertà di seguire tali corsi, le ore impegnate in questa attività dovrebbero confluire nell’orario di servizio oppure essere retribuite. Ricordiamo, infatti, che il CCNL non prevede lavoro né aggiornamento gratuiti”.