Sono complessivamente diminuite rispetto al gennaio dello scorso anno le assenze del personale della scuola; il risultato, secondo il ministro Renato Brunetta, è da ascrivere alle nuove norme in materia di assenze e controlli.
Rispondendo al question time alla Camera il Ministro è stato ancora più esplicito: “Gli interventi normativi attuati hanno inciso efficacemente e direttamente nel contenere tutti i possibili comportamenti opportunistici”.
E dagli uffici di Palazzo Vidoni arrivano anche i numeri: rispetto a quelli dello stesso mese dell’anno precedente, nel gennaio scorso i giorni di assenza per malattia del personale della scuola con contratto a tempo indeterminato sono diminuiti del 9,2% per quanto riguarda gli insegnanti (534.638 giorni rispetto ai 588.495 del gennaio 2009); c’è stato invece un incremento del 7,8% per quanto riguarda il personale tecnico amministrativo (206.102 giorni rispetto ai 191.244 del gennaio 2009).
Le assenze superiori ai 10 giorni sono diminuite del 20,2% tra gli insegnanti e del 12,0% tra il personale tecnico amministrativo.
Le assenze per altri motivi sono infine diminuite del 7,7% tra gli insegnanti e del 15,5% tra il personale tecnico amministrativo.
I maggiori controlli messi in atto negli ultimi mesi hanno certamente inciso sul risultato, ma forse per capire meglio quello che sta accadendo nelle scuole potrebbe essere utile qualche riflessione in più.
Intanto non va sottovalutato l’effetto “deterrente” (seppure modesto) della detrazione di 8-10 euro per ogni giorno di malattia nei casi di assenze brevi.
Ma, soprattutto, non bisogna dimenticare che ormai molte spesso le scuole non riescono a nominare supplenti in sostituzione dei docenti assenti e questo provoca una sorta di “autoregolamentazione”: il docente che si ammala sa infatti molto bene che la sua assenza crea difficoltà organizzative e, quasi sempre, comporta un maggior carico di lavoro per i colleghi in servizio. Proprio per questo molto spesso i docenti vanno a scuola anche con qualche linea di febbre (contravvenendo, tra l’altro, alle disposizioni impartite dai ministri Fazio e Gelmini in materia di prevenzione dell’influenza A).
Che poi le assenze “per altri motivi” tendano anch’esse a diminuire la cosa non deve stupire più di tanto: se si considera che l’età media dei docenti a tempo indeterminato continua ad aumentare è del tutto logico, per esempio, che si assista ad una diminuzione significativa delle assenze per maternità.
Quanto ai maggiori controlli bisogna ricordare che se è vero che le scuole hanno l’obbligo di disporre la visita fiscale anche per assenze di un solo giorno, è altrettanto vero che molto spesso le Asl non sono in grado di far fronte alle richieste; non esiste un dato certo ma secondo stime attendibili si può ragionovelmente ipotizzare che solo il 10-15% delle richieste di visite fiscali va a buon fine; per tutte le altre le Asl rispondono: "Visita non effettuata per esubero di richieste".
Spiegare la diminuzione delle assenze riferendosi solo alle nuove regole appare insomma un po’ semplicistico. La situazione decisamente più complicata.