Per contrastare il calo demografico della popolazione scolastica che, secondo le statistiche, entro il 2050 porterà ad una diminuzione del 17% degli alunni e, quindi, un esubero del personale docente, la ricetta efficace potrebbe essere quella dell’apertura delle scuole nel pomeriggio.
Fatto sta che tra le cause maggiori del decremento demografico e la persistente crisi economica del Paese che si ripercuote in modo duro sulle famiglie e sull’impossibilità di una sicurezza per il futuro impedisce di mettere al mondo dei figli. La crisi economica, la disoccupazione, i contratti a tempo determinato delle giovani coppie non garantiscono affatto un futuro buono per la scuola. Le ripercussioni per gli anni a venire saranno drammatiche e si faranno sentire in tutto il territorio nazionale.
Il termometro sarà la scuola dell’infanzia e soprattutto la scuola primaria dove col calo delle nascite, le iscrizioni diminuiranno drasticamente con una cancellazione delle classi e un conseguente esubero dei docenti. Tra le misure da adottare, ovviamente, c’è l’eliminazione delle classi pollaio. Non si può più agire su una formazione delle classi da oltre 30 alunni e soprattutto tra classi scelte e classi ghetto.
La situazione cogente non permetterà più la formazione di classi di livello alto e non. Gli alunni andranno equamente distribuiti tra le diverse sezioni e classi. Il decremento demografico porterà alla nascita di nuovi istituti comprensivi in linea verticale (infanzia, primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado).
Incominciamo a ragionare in questi termini e il MIUR trovi le soluzioni giuste per affrontare questo problema divenuto impellente e non più procrastinabile.
Mario Bocola