Lo sviluppo della scuola in Italia, le vicende dei grandi e piccoli personaggi che l’hanno contrassegnata, un’analisi critica delle leggi, delle riforme e dei provvedimenti scolastici che si sono susseguiti nel corso dell’ultimo secolo e mezzo: sono questi i punti caratterizzanti del libro “Storia e storie della scuola italiana: dalle Origini ai giorni nostri”.
Scritto da Nicola D’Amico, edito da Zanichelli, il testo (816 pagine) si apre con una lunga premessa sulle origini dell’istruzione pubblica nel mondo occidentale, dall’antichità greco-romana fino alle tappe fondamentali che hanno portato alla formazione dello Stato italiano; per poi approdare alle vicende che dall’Unità hanno condotto ai movimenti del Sessantotto sino alla recentissima riforma Gelmini. Si sofferma su figure clou della storia dell’istruzione nazionale – da Maria Montessori a Giovanni Gentile, da Franca Falcucci a Benito Mussolini, che insegnò francese in un istituto di Oneglia.
L’autore, Nicola D’Amico, è noto agli esperti del settore: è stato infatti a lungo uno tra i più autorevoli commentatori di politica scolastica. Oltre a migliaia di articoli sui maggiori giornali italiani, D’Amico ha scritto “Cento anni di scuola italiana” (Il Sole 24 Ore) e “Chi ha cancellato le macchie di Rorschach?” (Mursia, Milano). Nelle edizioni Zanichelli è autore di “Insegnare (anche) con il giornale” ed è coautore, con Cristina D’Amico, di uno dei più diffusi e duraturi manuali di educazione civica, oggi con il titolo “Cittadinanza e Costituzione”.
L’ultima opera viene considerata da Giuseppe Tognon, docente dell’università Lumsa di Roma, “un’opera ‘monumentale’ , che però lascia spazio al racconto narrativo, agli aneddoti curiosi. Non si tratta, infatti, solo dell’analisi, pur puntualissima, dell’istituzione scuola pubblica. Non contiene solamente tanta storia, politica e pedagogia. E’ soprattutto – continua Tognon nella prefazione – il racconto di una comunità di uomini e donne, molti dei quali dimenticati, che con i loro riti, difficoltà e limiti, hanno dato un contribuito fondamentale alla nostra società, emancipandola dall’analfabetismo (nel 1874 quasi la metà degli italiani non sapeva leggere e scrivere). Una storia di storie, appunto“.