Il vino e l’arte di coltivarlo diventano sempre più argomenti di studio scolastico ed universitario. La conferma arriva da alcune notizie pubblicate nei giorni scorsi dai media. La prima riguarda l’esordio della scuola italiana di potature della vite: l’iniziativa si deve ai due tecnici friulani Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, veri e propri “preparatori d’uva”, che dopo una prima fase sperimentale avviata nel 2009 (unica nel suo genere non solo in Italia, ma a livello internazionale), hanno dato vita ad un vero e proprio centro di formazione permanente.
La scuola non sarà però localizzata, ma avvierà corsi in partnership con importanti centri di ricerca e università in sette regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Campania, Sicilia. Si tratterà, quindi, di una formazione itinerante, aperta a viticoltori e non, le cui lezioni si articoleranno in due fasi: 20 ore in inverno, con la parte teorica e la parte pratica in vigna per gli interventi sul legno in fase di potatura. Altre 12 ore in primavera, per la gestione del verde.
“L’obiettivo – hanno spiegato i protagonisti dell’iniziativa – è recuperare l’antico mestiere del potatore che, come un chirurgo, decide il destino della vite con interventi il più possibile rispettosi della salute della pianta, che permettono addirittura di raddoppiarne l’età: una strategia che comporta un importante risparmio per le aziende, la riduzione considerevole dei costi in vigna con la diminuzione delle ore di potatura (dal 30 al 50%) e piante longeve che danno uve ( e quindi vini) di qualità superiore”. Il mestiere antichissimo del potatore, a torto considerato umile, potrebbe così riacquistare una nuova dignità e aprire ai giovani interessanti prospettive nel settore della green economy.
L’altra notizia che rivaluta uno dei prodotti simbolo dell’alimentazione italiana è l’attivazione di nuovo corso di formazione superiore: un master universitario di primo livello, finalizzato ai vini del territorio e alla loro tutela, organizzato dall’istituto agrario di San Michele all`Adige, con la collaborazione scientifica della Facoltà d`Agraria dell`Università di Milano. Il corso si svolgerà presso le strutture e i laboratori di San Michele all`Adige, ma sono previsti anche periodi di stage presso le aziende del settore. Si rivolge a laureati interessati alla promozione del settore vitienologico e alla tutela delle denominazioni protette. Sarà a numero chiuso, sono disponibili non oltre 15 posti l’anno, e per il 2010 sono già stati tutti prenotati. L’obiettivo è occupare i partecipanti presso aziende vitivinicole di media e grande dimensione; consorzi di tutela e promozione; associazioni di produttori; camere di commercio; pubbliche amministrazioni (Regioni, Province, Ice); enti e agenzie di sviluppo alle attività agricole; società di servizio alle aziende agricole e alle pubbliche amministrazioni; agenzie di comunicazione.
Il master prevede 550 ore di didattica frontale e 200 ore di stage da effettuarsi presso enti e aziende del settore vitivinicolo. Dal punto di vista professionale il corso forma tecnici specializzati in produzione di uve, trasformazione ed elaborazione di vini, con competenze in analisi sensoriale e strumentale.
Tra i temi al centro del percorso formativo: i fattori del modello viticolo (clima, terreno, vitigno, tecnica colturale, modalità di vinificazione, cultura, usanze); la conoscenza fine del macro e micro clima; la cultura del territorio, la storia, il legame con le tradizioni alimentari; le tecnologie di produzione e di miglioramento dei vini di territorio. I tecnici acquisiranno conoscenze specifiche sulla gestione economica del comparto, sul marketing e la comunicazione dei vini di territorio per portare un valore aggiunto sul mercato sia alla produzione che al consumo. Si approfondiranno i temi di tutela dei territori e delle loro espressioni attraverso gli strumenti normativi.