"Grazie al voto di martedì al Senato – ha scritto Riccardo Chiaberge del Corriere della Sera – chiunque abbia maturato 360 giorni di supplenza negli ultimi dieci anni, di cui 180, cioè sei mesi, dal ’94 a oggi, potrà aspirare a una cattedra. Il ‘concorsone’ che dopo decenni di leggine avrebbe dovuto restituire qualità e rigore al reclutamento degli insegnanti si rovescia nell’ennesima sanatoria di massa” (..…) "Centinaia di migliaia di “anime morte” in perenne attesa di una supplenza, di qualche collega che si ammali o finga di ammalarsi, determinate a rifiutare qualsiasi impiego che non sia dietro una cattedra. Ancora una volta, la nostra scuola conferma la sua vocazione più autentica: non una struttura educativa ma un’agenzia di collocamento, un bacino di lavori socialmente utili, come tali dequalificati e sottopagati".
Nelle sedute di mercoledì 10 marzo e di giovedì 11 è continuato l’esame degli emendamenti relativi all’articolo 2.