Abbiamo intervistato il Segretario Generale della FLC CGIL Nazionale Francesco Sinopoli sullo stato dell’arte del tavolo di confronto con il governo sul reclutamento e i precari della scuola.
Qual è l’obiettivo che vi siete proposti attraverso il confronto che state portando avanti con il Governo sul reclutamento e i precari della scuola?
Dopo l’intesa del 24 aprile attorno al tavolo di confronto su reclutamento e precari della scuola si sono concentrate grandi aspettative: è un fatto comprensibile considerando che i docenti precari coinvolti sono diverse migliaia. I dati forniti dal MIUR nel primo incontro del 6 maggio parlano di circa 50 mila docenti di terza fascia con il requisito delle 3 annualità di servizio, tutti insegnanti che da anni lavorano nella scuola ma non hanno potuto abilitarsi. Le continue riforme intervenute sul reclutamento hanno più volte modificato i meccanismi di accesso e dal 2014 in poi qualsiasi percorso di abilitazione è stato sospeso, lo stesso FIT è stato cancellato per cui migliaia di docenti sono rimasti bloccati in una condizione di disagio. Il tavolo col governo ha un obiettivo ambizioso, che è quello di coniugare elementi diversi: le aspirazioni di chi si avvicina ora alla professione insegnante, la domanda di stabilità di chi nella scuola lavora ormai da anni e poi il bisogno di continuità didattica. È necessario coprire le cattedre vuote per evitare l’eccessivo ricorso alle supplenze e l’avvicendamento continuo di insegnanti in cattedra.
Quali sono gli elementi qualificanti della proposta sindacale per risolvere l’atavico problema del precariato degli insegnanti?
La proposta che abbiamo presentato punta a garantire a tutti i docenti che possiedono il requisito delle 3 annualità l’accesso a percorsi formativi per acquisire l’abilitazione. Bisogna capire che molti di questi docenti hanno vissuto come un gap professionale la mancata abilitazione, per questo ci stiamo battendo con tutte le organizzazioni presenti al tavolo per raggiungere questo obiettivo. la nostra proposta mette al centro la formazione: seguire un percorso abilitante a livello accademico significa misurarsi con esami, obbligo di frequenza ai corsi, laboratori di didattica e metodologia, significa rafforzare competenze professionali che nella scuola di oggi costituiscono un elemento di qualificazione della professionalità. Poi bisogna anche agganciare tutto questo a un percorso di accesso alla stabilizzazione, per fare sì che le migliaia di posti rimasti vacanti lo scorso settembre possano avere un docente titolare.
Una lotta tra categorie di precari e molte fake news al riguardo, cosa ci può dire per tranquillizzare gli animi?
Gli insegnanti precari negli ultimi anni hanno vissuto nell’incertezza delle norme, basta vedere quello che è accaduto con il FIT, avviato e poi modificato in corso d’opera con l’ultima legge di bilancio. Però circolano molte fake tra i precari: nella proposta che abbiamo presentato la fase transitoria rivolta ai docenti di terza fascia non scavalca i docenti collocati nelle graduatorie dei concorsi 2016 e 2018, anzi siamo convinti che quelle graduatorie vadano assorbite con le assunzioni su tutti i posti disponibili. È nostro obiettivo, come FLC, chiedere la pubblicazione di tutte le graduatorie del concorso 2018 entro luglio e definire delle misure che permettano di recuperare le penalizzazioni dovute ai ritardi nella pubblicazione delle graduatorie che abbiamo registrato sino ad oggi.
Quali sono i tempi per arrivare all’accordo finale per una rapida e fattiva conclusione?
Il 16 maggio abbiamo consegnato all’amministrazione una proposta condivisa e il 21 con una lettera unitaria abbiamo sollecitato il governo a riprendere celermente la trattativa: migliaia di persone aspettano ed è interesse di tutte le parti dare al più presto risposte concrete.