Con oltre un anno di ritardo rispetto ai docenti, anche i dirigenti scolastici presto avranno il loro contratto rinnovato: la ministra per la PA Giulia Bongiorno, infatti, ha detto che il Governo ha recepito le richieste dei sindacati rappresentativi e che a breve il Ccnl proposto potrà “essere ratificato dal Cdm e, dopo i controlli della Corte dei Conti” tornerà all’Aran per essere “sottoscritto in via definitiva”.
I soldi in più
Ma quanti soldi arriveranno in più ai presidi? Su questo punto sono circolate cifre diverse. A detta della ministra Giulia Bongiorno, infatti, per l’intero triennio “si prevede un incremento medio pari a 160 euro al mese”.
Di cifre ben più alte parla, invece, la Flc-Cgil: secondo Roberta Fanfarillo, responsabile nazionale dei dirigenti scolastici dei lavoratori della Conoscenza, la parte fissa della retribuzione dei dirigenti scolastici passerà “da circa 3.686 annui lordi a circa 6.159 per annui lordi per il 2018, con un incremento di 190,23 euro mensili lordi, e dal 1°gennaio 2019 da 6.159,72 a 12.565 pari a un aumento di 692,96 euro lordi (dunque quasi 350 euro netti al mese)”.
Una cifra che stona rispetto a quella dei docenti
La cifra di 160 mensili indicata dal ministero della PA, ha aggiunto Fanfarillo, “non tiene evidentemente conto delle risorse specificamente assegnate dalla finanziaria del 2018 per l’equiparazione della retribuzione di parte fissa dei dirigenti scolastici a quella degli altri dirigenti dell’area istruzione e ricerca”.
Gli aumenti si aggiungono, inoltre, a quelli previsti dalle risorse contrattuali, pari a 135 euro lordi mensili a partire dal 1° gennaio 2018.
La cifra di aumenti, comunque, va detto che stona con gli incrementi previsti per i docenti, ai quali in media, dall’aprile 2018, l’ultimo rinnovo contrattuale ha portato 85 euro lordi, pari a nemmeno 50 euro netti: certamente, il carico di responsabilità dei presidi non ha eguali tra la categoria, e anche dopo questo aumento continueranno a percepire meno di tutti nell’amministrazione pubblica, però anche gli insegnanti, i cui impegni professionali risultano in perenne crescita, meriterebbero davvero di essere incrementati con somme di quella portata.