Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Maurizio Maglioni, Presidente Flipnet, Associazione per la promozione della Didattica Capovolta, un contributo sui vantaggi alla didattica e all’apprendimento che deriverebbero dall’adozione del metodo della Flipped Classroom.
Il metodo trasmissivo tradizionale della scuola e degli atenei italiani è rimasto generalmente immutato da decenni, nonostante una rivoluzione digitale ed una conseguente globalizzazione abbiano rivoluzionato il mondo della cultura e del lavoro.
In particolare, nella scuola italiana ci dovremmo chiedere se la gestione della classe sia adeguata o meno ai nuovi obiettivi di competenza che ieri l’Europa ed oggi il MIUR ci richiedono.(1)
La fine del “posto fisso”, il tramonto del ruolo impiegatizio e il nuovo mercato del lavoro liquido con tante nuove professioni create e tante eliminate ogni anno, richiedono capacità di autoaggiornamento che 30 anni fa non erano nemmeno immaginabili.
Ma cosa ha fatto la scuola italiana in tal senso in questi ultimi 10 anni? Ad esempio, la quinta competenza europea “Imparare ad imparare” che è certamente la più importante di tutte, oggi in quali aule scolastiche viene messa a tema come “argomento del giorno”.
Noi che insegniamo col metodo della Flipped Classroom, invece, proponiamo di lavorare con la classe ogni giorno per il raggiungimento delle 8 competenze europee indipendentemente dalla disciplina insegnata.
Attualmente nelle classi della secondaria la maggior parte del tempo in aula viene occupato dalle verifiche orali alle quali, di norma, partecipa solo un 10% della classe. Un 20-30% del tempo viene usato per le spiegazioni dell’insegnante, anch’esse, quasi sempre, solo verbali. Con una tale gestione del tempo in classe, gli alunni utilizzano per l’apprendimento reale solo poche decine di minuti al giorno. Nel migliore dei casi la memorizzazione, coinvolgendo solo il campo uditivo, resta limitata e a breve termine.
Il metodo della classe capovolta propone di preparare a casa gli alunni, prima di affrontare ogni tema curriculare, con video e letture che l’insegnante rende disponibili sul proprio sito. In classe il docente non fa lezioni frontali ma al massimo chiarisce qualche dubbio a singoli alunni mentre il resto della classe è impegnata, dall’inizio alla fine dell’ora, in attività scritto-orali-pratiche. (2)
Queste attività “capovolte” vengono svolte nella maggior parte dei casi in coppia, talvolta in gruppo e sporadicamente da soli. Esse possono essere simili ai classici “compiti per casa” ma preferibilmente sono “compiti autentici” ovvero attività complesse che richiedono l’uso del proprio smartphone, tablet o PC per risolvere problemi di vita reale, casi di studio, creare infografiche, interviste, tutorial, storytelling, relazioni, ecc. Al termine dell’ora tutti gli alunni, tutti i giorni, ricevono il proprio feedback da parte dell’insegnante.
La forza dei compiti autentici che gli anglosassoni chiamano anche “authentic tasks”(3) sta in questi quattro punti:
- forte motivazione che essi generano,
- felice rapporto con il cooperative learning,
- esercizio di tutte le otto competenze europee,
- indipendenza dalla disciplina insegnata.
Formare i docenti al Flipped Learning è tutt’altro che semplice soprattutto quando si assiste al triste fenomeno di scuole che affidano la formazione a trainer improvvisati e privi di esperienza didattica capovolta. L’associazione Flipnet per la promozione della didattica capovolta (www.flipnet.it) gestisce un albo di formatori qualificati a tutela di coloro che pretendono una formazione di qualità.
Abbiamo tristemente rilevato che la maggioranza degli istituti non richiedono alcuna certificazione ai trainer ma solo una competenza generica sui temi dell’apprendimento attivo.
Inoltre spesso si tratta la didattica capovolta come una sperimentazione. Non è più così. Dopo 7 anni di esperienza siamo arrivati ad un livello di articolazione metodologica che consente di applicare il flipped learning dal primo anno della primaria all’ultimo anno dell’università. E siamo presenti in oltre 50 paesi in tutto il mondo. Non era mai accaduto, nella storia della pedagogia che un metodo attecchisse cosi velocemente in tutto il mondo ed in ogni ordine di scuola, pubblica o privata.
Il nostro approccio si esprime attraverso una pedagogia costruttivista, inclusiva e non trasmissiva, come raccomandato dalla Unione Europea attraverso il documento UE 2020 e da tutta la letteratura pedagogica mondiale.
Il nostro modello didattico fa riferimento ad un comitato scientifico internazionale che, attraverso il www.flglobal.org elegge rappresentanti di oltre 100.000 insegnanti in tutto il pianeta.
Certamente formare i docenti capaci di lavorare così in classe è una faccenda complicata. Ma avere insegnanti capovolti per una società è come avere nuove infrastrutture. È un investimento. Ma oltre al futuro dei nostri figli, in cos’altro vale la pena investire?
Maurizio Maglioni
Presidente Flipnet – Associazione per la promozione della Didattica Capovolta