Movimenti e sindacati di base stanno tirando le somme di questo anno scolastico ma c’è già chi pensa al prossimo autunno. Il piccolo e giovanissimo SISA (Sindacato indipendente scuola e ambiente, nato nel 2007) ha deciso di proclamare uno sciopero nazionale del personale della scuola per il 27 settembre e così, a causa delle regole sulla cosiddetta “rarefazione oggettiva” nessun altro sindacato potrà proclamare uno sciopero nello stesso periodo.
Intanto il 15 luglio i precari del CPS manifesteranno a Roma, davanti a Montecitorio, per protestare contro i tagli degli organici e per chiedere assunzioni; e, se non ci saranno intoppi o ripensamenti, saranno anche ricevuti dal ministro Mariastella Gelmini che lo ha promesso pochi giorni fa incontrando una delegazione di precari siciliani a Siracusa.
Al sit-in saranno presenti anche i dirigenti della Flc che, chiamati dalla confederazione Cgil a partecipare alla manifestazione contro la manovra finanziaria di fronte al Senato, hanno salomonicamente deciso di dividersi fra le due diverse iniziative.
Ma sono numerose le iniziative alle quali i movimenti hanno dato vita in questi ultimi giorni.
La settimana scorsa, per esempio, docenti e genitori di scuole di molte province italiane (per lo più del centro-nord) si sono incontrati a Parma per fare il punto sulle proteste di quest’anno e per decidere come muoversi nelle prime settimane del 2010/2011.
Da Parma è partito un appello verso i sindacati della scuola ai quali i partecipanti chiedono di intervenire per far sì che il Governo sia indotto non solo a tornare indietro sulla politica dei tagli e quindi a concedere tutti i posti necessari al funzionamento delle scuole secondo i modelli orari richiesti dalle famiglie, ma anche a sospendere la riforma delle superiori e riaprire la discussione su questo tema.
Il “popolo della scuola” sembra confidare molto anche sull’intervento del Tar del Lazio che il 19 luglio dovrà pronunciarsi sulla legittimità della circolare 37 relativa alle dotazioni organiche per il 2010/2011.
Ma è difficile che dalla giustizia amministrativa possa arrivare una soluzione a problemi complessi che in questi due anni neppure la politica è riuscita ad affrontare in modo razionale e condiviso.
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