L’assunzione a tempo indeterminato di 55mila precari? Si tratta ancora una volta di una sanatoria e ancora una volta viene pianificato un grosso danno per la scuola.
A scriverlo è Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli, sulle colonne del Sole 24 Ore.
Sarebbero tre i dannosi motivi secondo Gavosto.
Le tre conseguenze
- Si viola il principio che a scuola si accede con un concorso uguale per tutti, mentre, tornando così alla pessima pratica di consentire l’ingresso all’insegnamento attraverso molteplici canali che, per rispondere a esigenze episodiche o a vantaggio di singoli gruppi, ha avuto e ha effetti negativi sulla scuola come le continue “guerre” fra diverse categorie di docenti, ma soprattutto l’impossibilità di un adeguato e uniforme controllo sulla qualità dei nuovi insegnanti.
La resa della scuola
- Questa mancanza di una verifica delle competenze disciplinari e didattiche di chi entra in ruolo è una resa incondizionata della scuola, anche perché nulla e nessuno garantisce che chi è stato in classe per almeno 180 giorni è ipso facto un buon insegnante e merita un percorso di stabilizzazione in discesa. Al contrario invece, vista la condizione della nostra istruzione e i suoi ritardi, serve un corpo docente rinnovato e di qualità elevata.
Reclutare i neolaureati e rendere appetibile il lavoro
- A questo scopo, non occorre solo rendere l’insegnamento appetibile ai migliori laureati, sarebbe anche necessario estendere l’orario di lavoro a scuola, in direzione del tempo pieno. Senza un rapporto di lavoro più sano, fatto di un maggior riconoscimento della professionalità e dello sforzo dei docenti, ma anche di impegni espliciti e trasparenti, non colmeremo il ritardo della nostra scuola.