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Precari, la protesta arriva a Montecitorio. Anche la Cisl si mobiliterà ma ad ottobre

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Assume di giorno in giorno toni più drammatici la contestazione dei precari della scuola per i tagli agli organici attuati dal Governo: il 24 agosto i precari della Sicilia in sciopero della fame hanno annunciato che venerdì prossimo, il 27, si sposteranno davanti a Montecitorio per formare un presidio. L’iniziativa ha trovato l’immediato consenso del Coordinamento precari scuola di Roma, che li starebbe già sostenendo “sia praticamente, adoperandosi per i permessi ad occupare la piazza e fornendo gazebo, sdraio e tutto il necessario alla loro permanenza, sia moralmente, invitando caldamente tutti a recarsi in piazza per far sentire la nostra presenza e vicinanza a chi sta combattendo con mezzi estremi una battaglia che è di tutti i precari della scuola“. Sempre il 24 agosto, una rappresentanza di precari siciliani ha incontrato Mario Centorrino, assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, che ha assicurato la presenza del sottosegretario al Miur, Giuseppe Pizza, nell’incontro (a questo punto probabilmente decisivo) che si terrà in prefettura a Palermo. Anche secondo il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che ha anche inviato una lettera di proteste al ministro Gelmini, confida molto nell’incontro di giovedì: dalla riunione in prefettura “potrà uscire – ha detto Lombardo – una situazione più definita ed è ragionevole nutrire una speranza per il problema precari, che potrà anche essere affrontato con uno sforzo comune tra ministero e Regione, utilizzando una linea di finanziamento del Fondo sociale europeo, per progetti elaborati da scuole localizzate in aree disagiate“.
Quello dei fondi Ue è un progetto già definito dall’assessorato e di prossima pubblicazione che, insieme ai risultati attesi dall’incontro con il sottosegretario Pizza, dovrebbe consentire di dare delle risposte al personale precario che rischierebbe di rimanere senza posto: proprio per questo motivo, è già previsto, per i prossimi giorni, un accordo tra Regione e ministero per l’assegnazione del punteggio ai docenti e al personale coinvolti dai presidi delle scuole interessate dai progetti.
Intanto la protesta sale di tono anche altrove, facendo lievitare le iniziative in programma. Giovedì 26 agosto si terrà la manifestazione del Coordinamento precari scuola in piazza Politeama, sempre a Palermo, per chiedere – assieme al Partito democratico e all’Idv – delle soluzioni per i 4.000 lavoratori che dal 1° settembre non saranno confermati. Anche le altre province della Sicilia si muovono: per il primo giorno di scuola in Sicilia, i sindacati hanno proclamato iniziative di disturbo ed assemblee in tutte le scuole. E a Caltanissetta, ha fatto sapere la Flc-Cgil, le 300 mancate conferme per il prossimo a.s. hanno indotto i precari ad attuare “in queste ore l’occupazione permanente (giorno e notte) e ad oltranza dell’Ufficio scolastico provinciale”. Intanto anche al Nord si preparano ad attuare proteste simili: a Pordenone Salvo Maria Carmela, precaria 55enne della scuola d’infanzia e primaria, ha fatto sapere che “dal primo settembre io inizio lo sciopero della fame fino a quando non riceverò l’incarico“. Mentre un docente 35enne piemontese ha comunicato che intende denunciare il Miur per averlo “utilizzato” per anni come supplente e poi messo alla porta a seguito delle esigenze di cassa dello Stato.
Delle mancate conferme di supplenze annuali, che a livello nazionale dovrebbe riguardare almeno 20.000 docenti e 5.000 Ata, si è parlato anche a “Linea diretta”, la trasmissione in seconda serata che Rai3 dedica ai fatti più importanti del giorno: Giacomo Russo, uno dei tre precari in sciopero della fame a Palermo, ha ribadito che “dietro a tanti tagli ci sono altrettanti nomi di lavoratori (Giovanni, Salvo, Maria,….) che vengono offesi nella loro dignità di persone e da un punto di vista professionale, spesso dopo anni ed anni di onorato servizio”. Russo ha anche criticato il comportamento della Cisl, che ha avallato l’accordo del salva-precari. Raffaele Bonanni, leader del sindacato citato dal precario, presente in studio, ha spiegato che “la volontà del sindacato era di salvare 200.000 posti, ma ne sono stati concessi solo 20.000. Noi – ha sottolineato Bonanni – ne continueremo comunque a chiedere sempre di più. E comunque per il mese di ottobre (come lo scorso anno a Roma ndr) abbiamo programma una nuova mobilitazione nazionale per un settore martoriato dai tagli e che invece dovrebbe essere centrale per la ripresa del Paese e della sua economia”. Ad ottobre però i giochi saranno fatti. Almeno per i precari.