Tanto si è parlato delle tre buste introdotte all’esame orale della maturità per volere del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, al fine di far partire il colloquio da nodi concettuali affrontati durante l’anno scolastico, facendo così prevalere il principio di equità nelle valutazione degli studenti. Ma quali sono gli esiti dei colloqui avviati proprio sulla base dei contenuti della busta prescelta dai candidati, dopo che il 90% si era detto spaventato dalla novità dell’ultimo momento?
Perché è vero che per i giudizi definitivi occorre attendere ancora un paio di settimane, quando gli esami saranno archiviati per tutti; nel frattempo però diverse commissioni, con un numero basso di maturandi, hanno già terminato gli orali e anche prodotto i giudizi definitivi con tanto di chiusura dei plichi.
I commissari non hanno calcato la mano
Ebbene, alla Tecnica della Scuola non risulta che, nei fatti, il nuovo sistema delle tre buste, con spunti da cui far dipanare l’orale, si sia rivelato così difficile.
I commissari, forse anche sulla scia delle dichiarazioni “buoniste” del ministro dell’Istruzione, presente in un istituto di Milano all’apertura delle prime buste, non hanno calcato la mano: nella maggior parte di casi, si sarebbero limitati a discutere su un testo poetico o in prosa, un quadro, una fotografia, un’immagine tratta da libri, un articolo di giornale, una tabella con dei dati da commentare, un grafico, uno spunto progettuale, una situazione problematica da affrontare.
Non oltre allo scopo, più lamentele per la seconda prova
Le buste – che non potevano contenere domande e riferimenti a discipline, quiz o test – non sarebbero quindi andate oltre lo scopo: avviare l’orale, in luogo della superata tesina, “imposta” invece dallo studente.
Le lamentele sarebbero state maggiori, piuttosto, per la seconda prova scritta, che da quest’anno è diventata multidisciplinare, andando a toccare un ventaglio di argomenti in certi casi davvero vasto e approfondito.
Il sondaggio conferma
Le informazioni pervenuta alla nostra testata, sono in linea con quelle pubblicate da Skuola.net, che ha realizzato un sondaggio su trecento maturandi che hanno svolto la prova: per quello che può valere un sondaggio, peraltro su una platea così ridotti di candidati a fronte di circa mezzo milione di studenti, è comunque emerso che il 29% ha giudicato la prova più facile rispetto alle previsioni.
“A fargli cambiare idea – ha scritto il portale – ha forse contribuito l’atteggiamento dei commissari d’esame, soprattutto di quelli interni. Perché circa un terzo dei maturandi dice di essere stato aiutato dai docenti durante tutto il colloquio, su ogni aspetto. Un altro terzo ha detto che i professori hanno concentrato gli aiuti sulle singole parti dell’orale (specialmente sulle famigerate buste). A conti fatti, solo 1 su 3 ha trovato di fronte a sé commissioni insensibili”.
La valutazione del colloquio
Ricordiamo che la commissione d’esame ha a disposizione un massimo di 20 punti per la valutazione del colloquio.
Il punteggio conseguito si sommerà al credito scolastico, che da quest’anno vale fino a 40 punti (non più 25), e ad altri 20 punti per ciascuno dei due scritti
Inoltre, la commissione potrà integrare di 5 punti il voto complessivo per chi ha almeno 30 crediti.
Per conseguire la maturità serviranno almeno 60 punti.
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