L’annullamento della procedura del concorso per dirigenti scolastici sta creando un bel terremoto all’interno del Ministero e non solo.
Il problema è che il TAR Lazio, nell’accogliere il ricorso, ha detto chiaramente che esiste una ben precisa responsabilità da parte del Miur che non avrebbe vigilato adeguatamente sulla formazione delle commissioni.
Il Ministero, per parte sua, ha già deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato per ottenere almeno una sospensiva della sentenza.
Gli scenari possibili
Ma se la decisione del TAR dovrà essere eseguita, sarà il caos: il problema non sarà solo per i candidati che hanno superato le prove e che già sono sul piede di guerra perchè potrebbero essere costretti a riprendere tutto daccapo, ma soprattutto per le tremila scuole che a settembre saranno senza un dirigente titolare.
In alcune regioni sarebbe un disastro perchè per garantire il funzionamento delle scuole potrebbe essere necessario assegnare addirittura due reggenze ad uno stesso dirigente: potrebbe essere il caso di alcune province del nord dove la metà delle scuole saranno prive di un titolare.
Fin dal suo insediamento il Ministro aveva detto che assumere i dirigenti scolastici era una priorità assoluta e quindi adesso dovrà spiegare come intende affrontare la situazione.
Intanto il “clima” si sta scaldando e i sindacati sono preoccupati per l’avvio dell’anno scolastico.
Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola dichiara: “Ci auguriamo che il Miur possa far valere le sue ragioni efficacemente in sede di appello al Consiglio di Stato, per non aggiungere altri elementi di tensione e disagio sull’avvio di un anno scolastico che rischia di essere ancora una volta piuttosto tormentato. È assolutamente indispensabile che il Ministro ci convochi per affrontare quella che è a tutti gli effetti una vera emergenza per la scuola e per le persone coinvolte nella procedura concorsuale”.
Anche la Uil Scuola interviene, parlando di vizio di forma: “Il TAR, pur respingendo i numerosi elementi di doglianza dei ricorrenti, ha ritenuto fondato il motivo relativo alla costituzione della Commissione madre viziata da situazioni di incompatibilità di alcuni suoi componenti con l’effetto di travolgere tutti gli atti della procedura concorsuale. Un vizio di forma, insomma”.
“Il Tribunale ha ritenuto, infatti, viziati i criteri di valutazione adottati da un organo illegittimamente costituito, andando, ad incidere negativamente sull’intera procedura. Si rileva un mancato controllo e un difetto di vigilanza che il MIUR avrebbe dovuto svolgere”, conclude la Uil Scuola.
La Gilda, invece, dichiara: “l’annullamento da parte del Tar Lazio del concorso per i dirigenti scolastici rischia di portare la scuola italiana al collasso nel prossimo anno scolastico, continuando ad alimentare il sistema delle reggenze che si moltiplicheranno anche per effetto dei pensionamenti. Dopo questa ennesima prova di inefficienza nella gestione dei concorsi pubblici da parte del Miur, la Gilda degli Insegnanti chiede al Governo e al Parlamento di riformare profondamente la governance della scuola”.
I Partigiani della Scuola Pubblica chiedono esplicitamente le dimissioni del Ministro e di dimissioni si parla anche all’interno della stessa maggioranza di Governo, anche se ovviamente nessuno lo dice esplicitamente.
Ma c’è molto malumore anche nei confronti del sottosegretario Salvatore Giuliano che ha la delega proprio sui concorsi del personale scolastici e sullo stato giuridico del personale docente e dei dirigente scolastici, delega che, per la verità, fino a questo momento ha esercitato ben poco.
Sindacati “comprensivi”
L’impressione è che il Miur sia un po’ (tanto) in affanno e che la situazione non sia esplosa grazie anche ai sindacati rappresentativi che, in cambio di qualche concessione a costo zero (cancellazione della chiamata diretta, riduzione delle ore di alternanza, Invalsi non determinante ai fini della ammissione all’esame di Stato e poco altro) e qualche promessa che non si sa se e quando potrà essere mantenuta (avvio della trattativa contrattuale e un po’ di assunzioni di precari) hanno deciso di mantenere una posizione morbida e “comprensiva”.