Per il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini è un “risultato eccezionale” quello ottenuto dall’indagine Pisa (Programme for international student assessment), svolta nell`aprile 2009, perché l`Italia è tra i Paesi che migliora maggiormente nella qualità scolastica a livello mondiale: risale, infatti, nelle classifiche europee di sei posizioni nella comprensione dell`italiano rispetto al 2006, di tre nella matematica e di una nelle scienze. “È un risultato che ci rende orgogliosi – commenta il ministro Mariastella Gelmini – L`Italia inverte finalmente il trend negativo che durava da dieci anni. Le classifiche internazionali mettono il nostro Paese tra quelli che hanno avuto tra i più significativi miglioramenti. In questi anni si è investito tanto sulla valutazione degli apprendimenti e ora i risultati ci premiano. Cresciamo nelle materie più importanti salendo di sei posizioni nelle classifiche europee per la comprensione della lingua italiana, di tre per la matematica e di una per le scienze. Sono risultati eccezionali che dimostrano come la scuola italiana sia migliorata e non peggiorata”.
Le parole del Ministro non sono piaciute all’opposizione: secondo, Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Partito democratico, i “miglioramenti in classifica della scuola italiana contenuti nel Rapporto Ocse Pisa” riguardano gli “ultimi 10 anni” e comunque “la rilevazione è stata fatta ad aprile 2009: se è vero che abbiamo fatto reali progressi anche in matematica mi auguro che il ministro Gelmini non voglia smentirli appropriandosi di risultati evidentemente non suoi”. La rappresentante del Pd ritiene, inoltre, che “il ministro Gelmini potrebbe utilmente intrattenersi ad approfondire anche la parte meno nobile, quel divario sempre più evidente tra il Nord e il Sud dell’Italia. Le Regioni dove i risultati sugli apprendimenti sono migliori sono infatti – ha aggiunto Puglisi – quelle dove è stata garantita e potenziata una rete di servizi educativi fin da tenera età, da 0 a 6 anni, e dove è più diffuso il tempo pieno che, spiace osservarlo, sono proprio i settori nei quali questo governo sta tagliando a mani basse”.
Anche i sindacati hanno chiesto al ministro Gelmini, di non appropriarsi dei meriti del miglioramento dei risultati scolastici dei nostri 15enni, rispetto a tre anni fa, emersi oggi con l’indagine ‘Pisa’ 2009 presentata dall’Ocse a Parigi: dopo aver espresso le proprie perplessità per un sistema internazionale che non garantisce correlazioni scientifiche “di causa effetto“, il segretario della Flc-Cgil,Domenico Pantaleo, si è rivolto al ministro invitandola a non prendersi “meriti che non ha: le prove sono state somministrate ai quindicenni nel corso del 2009, cioè prima – ha sottolineato – che i suoi provvedimenti di abbattessero sulla scuola italiana“. Secondo il sindacalista “se dai risultati del 2009 può derivare qualche motivo d’orgoglio, può esser solo dei docenti, degli studenti, delle scuole che quei risultati hanno conseguito. Non di altri. Tantomeno di un ministro che – ha concluso il rappresentante dei lavoratori della conoscenza Cgil – sta distruggendo la scuola pubblica di questo paese“.
Meno severo, ma altrettanto contrario alla linea del ministro Gelmini, è Francesco Scrima, segretario Cisl Scuola, secondo cui “le rilevazioni dell’Ocse segnalano migliori performance per la scuola italiana e puntualmente scatta la gara ad intestarsene il merito. Se il ministro di oggi lo assegna alle riforme che ha introdotto, la maggioranza di ieri lo rivendica a sé, trattandosi di una rilevazione fatta ad aprile 2009. Chi ha ragione? Probabilmente nessuno – ha risposto lo stesso leader della Cisl Scuola – perché impegni adeguati nei confronti della scuola in realtà non è venuto dai governi del passato né da quello presente. Tutti avrebbero dovuto e potuto fare di più”. Per il sindacalista Cisl “ancora una volta la qualità del servizio di istruzione deriva dalla serietà e dalla capacità di chi quotidianamente ci lavora e che attende senza averlo ottenuto, un appropriato riconoscimento“.
Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola, si sofferma invece sul dato che “fa riflettere il fatto che nei rapporti delle tre edizioni precedenti il nostro sistema di istruzione e gli insegnanti siano stati messi sotto accusa per i livelli di competenza raggiunti dagli studenti. Oggi che si rileva una situazione positiva, da prendere con soddisfazione e rispetto del funzionamento della scuola italiana sempre troppo bistrattata, andrebbe sottolineato positivamente come tali esiti sono il frutto della competenza, passione, e capacità di innovazione degli insegnanti“.
La professionalità dei docenti, ritiene il sindacalista della Uil, riguarda sia “i nuovi metodi suggeriti dall’Invalsi“, sia i “sistemi Ocse finalizzati a dare una formazione rivolta a risolvere problemi e acquisire competenze. Una metodologia resa possibile – mette in evidenza Di Menna – dall’acquisizione di una solida cultura di base e da una personalizzazione per percorsi di apprendimento. In questo contesto una solida cultura di base è elemento vincente. E anche per queste ragioni va sostenuta la specificità del lavoro degli insegnanti – conclude Di Menna – auspicando che, anche in termini di stipendi, si migliori nella graduatoria dell’Ocse“.