Tra i mille problemi che la scuola pubblica ha, ne esiste uno che è inalienabile e non si può toccare perché sancito dalla Costituzione Italiana, ossia quello dell’obbligatorietà della scuola per almeno otto anni.
Nel mirino e nelle more dei bilanci di alcuni comuni italiani, per far quadrare i miseri bilanci comunali e non incappare nella scure della Corte dei Conti è finito lo scuolabus.
Infatti ci sono comuni, soprattutto di località montane che si servono degli scuolabus per il trasporto degli alunni e si sta pensando, per ragioni di quadratura dei bilanci, di tagliare la spesa pubblica intervenendo proprio sugli scuolabus.
Si tratta di una misura negativa che inciderebbe sul diritto all’istruzione degli alunni e sulla possibilità di una frequenza regolare della scuola da parte di alunni che abitano in località molto distanti per il raggiungimento della sede scolastica.
Oltre alla questione del trasporto degli alunni in alcune realtà vi è anche la difficoltà (sempre per ragioni di bilancio) dell’acquisto degli arredi scolastici, ossia banchi e sedie per cui vi è il rischio concreto che gli alunni possano addirittura fare lezione stando seduti a terra!
Sarebbe una cosa veramente assurda e impensabile nel 2919 che un comune non abbia i soldi per acquistare gli arredi scolastici.
È vero che ci sono condizioni di razionalizzazione della spesa pubblica, ma tagliare addirittura gli arredi di una scuola no. Siamo in siffatto modo veramente alla frutta e non osiamo pensare il resto quale sarà.
La scuola, tuttavia, al di là di tanti problemi va tutelata, difesa e sostenuta ad ogni costo perché è un diritto intoccabile quello all’istruzione di tutti.
Mario Bocola