Una delle strutture scolastiche paritarie tra le più importanti d’Italia, l’istituto ‘IseF’ di Poggiomarino, in provincia di Napoli, si era trasformato in un vero e proprio ‘diplomificio’ gestito da un’organizzazione “delinquenziale strutturata”: i pochi iscritti reali vi si recavano, da tutta Italia, in media un paio di volte al mese, le lezioni venivano effettuate di rado, i compiti in classe erano palesemente irregolari, gli appunti sui registri di classe erano già precompilati mesi prima e gli esami di maturità venivano trasformati in esercizi di copiato. A smascherare la truffa è stata la Guardia di Finanza di Napoli, le cui indagini si sono presto trasformate in pesantissimo capo d’accusa.
I gestori dell’istituto scolastico privato sono stati alcuni giovani frequentanti la scuola superiore privata hanno rilasciato dichiarazioni sbalorditive. Ad iniziare da quella di uno studente sardo, che il 25 maggio ha ammesso: “oggi è il primo giorno del mese di maggio che frequento l’istituto. Ad aprile sono venuto il 27 o il 28, non ricordo bene. Vengo all’incirca una o due volte al mese. Stamattina sono venuto in aereo insieme ad altri alunni. Siamo arrivati in mattinata a Capodichino dove c’era un pulmino dell’IseF che ci ha portati a Poggiomarino“. I militari hanno accertato che il trasporto dello studente non rappresentava un’eccezione: il servizio ‘navetta’ dell’‘IseF’,che prelevava e accompagnava gli studenti da e per l’aeroporto, era una prassi.
In base a quanto emerso dalle indagini la truffa era però legata al fatto che sui registri di classe sequestrati risultavano note di lezioni mai effettuate e presenze non veritierie, soprattutto degli alunni fuori sede. Come nel caso di uno dei candidati all’ultimo Esame di Stato: “ci hanno fatto accomodare in una sale, forse una biblioteca, dove – ha spiegato alla Finanza un giovane di Frosinone – c’era una professoressa: costei ci ha consegnato una serie di elaborati che dovevamo copiare e così abbiamo fatto… Preciso che ogni volta mi sono limitato a copiare gli elaborati che mi venivano consegnati dai professori… (all’esame di maturità) devo ammettere che le soluzioni dei quiz circolavano in aula con foglietto che ci passavamo tra di noi studenti“.
A fronte di tutto ciò, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha disposto l’arresto di due persone e l’iscrizione nel registro degli indagati di altri sei per associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico. Ai domiciliari l’amministratore unico della società e il direttore generale amministrativo della scuola. Mentre l’amministratore di fatto dell’istituto è deceduto nell’agosto 2010. Questi, con l’ausilio di sei vicepresidi, sempre secondo l’accusa, avrebbero “sistematicamente perpetrato” negli anni scolastici 2008-2009 e 2009-2010, una serie “ripetuta di condotte fraudolente, falsificando le generalità degli studenti iscritti” risultati inesistenti e attestato falsamente le presenze degli alunni sui registri di classe.
Le indagini hanno permesso di accertare che circa l’80% degli studenti iscritti presso l’Isef erano inesistenti. Un ‘metodo’ architettato per permettere all’istituto di mantenere la parità nei vari indirizzi delle scuole superiori, in tutto dieci. Così gli studenti esterni potevano compiere direttamente gli esami di Stato e svolgere esami di idoneità, integrativi e preliminari, presso la sede dell’istituto senza la nomina di un commissario governativo esterno. In cambio ogni studente doveva pagare circa 5.000 euro per la quota di iscrizione.
Le manovre perpetrate dagli amministratori hanno rappresentato, secondo il procuratore Marmo, un “sistema collaudato”, già iniziato quando l’istituto si chiamava ‘Scuola Settembrini’, uno dei primi istituti scolastici privati nazionali sempre riconducibile alla famiglia Boccia di Poggiomarino. Per vicende analoghe, infatti, la coppia di arrestati era stata già condannata in via definitiva con sentenza di Cassazione nel 2006 per fatti risalenti ai primi anni Novanta.
In base a quanto emerso dalle indagini la truffa era però legata al fatto che sui registri di classe sequestrati risultavano note di lezioni mai effettuate e presenze non veritierie, soprattutto degli alunni fuori sede. Come nel caso di uno dei candidati all’ultimo Esame di Stato: “ci hanno fatto accomodare in una sale, forse una biblioteca, dove – ha spiegato alla Finanza un giovane di Frosinone – c’era una professoressa: costei ci ha consegnato una serie di elaborati che dovevamo copiare e così abbiamo fatto… Preciso che ogni volta mi sono limitato a copiare gli elaborati che mi venivano consegnati dai professori… (all’esame di maturità) devo ammettere che le soluzioni dei quiz circolavano in aula con foglietto che ci passavamo tra di noi studenti“.
A fronte di tutto ciò, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha disposto l’arresto di due persone e l’iscrizione nel registro degli indagati di altri sei per associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico. Ai domiciliari l’amministratore unico della società e il direttore generale amministrativo della scuola. Mentre l’amministratore di fatto dell’istituto è deceduto nell’agosto 2010. Questi, con l’ausilio di sei vicepresidi, sempre secondo l’accusa, avrebbero “sistematicamente perpetrato” negli anni scolastici 2008-2009 e 2009-2010, una serie “ripetuta di condotte fraudolente, falsificando le generalità degli studenti iscritti” risultati inesistenti e attestato falsamente le presenze degli alunni sui registri di classe.
Le indagini hanno permesso di accertare che circa l’80% degli studenti iscritti presso l’Isef erano inesistenti. Un ‘metodo’ architettato per permettere all’istituto di mantenere la parità nei vari indirizzi delle scuole superiori, in tutto dieci. Così gli studenti esterni potevano compiere direttamente gli esami di Stato e svolgere esami di idoneità, integrativi e preliminari, presso la sede dell’istituto senza la nomina di un commissario governativo esterno. In cambio ogni studente doveva pagare circa 5.000 euro per la quota di iscrizione.
Le manovre perpetrate dagli amministratori hanno rappresentato, secondo il procuratore Marmo, un “sistema collaudato”, già iniziato quando l’istituto si chiamava ‘Scuola Settembrini’, uno dei primi istituti scolastici privati nazionali sempre riconducibile alla famiglia Boccia di Poggiomarino. Per vicende analoghe, infatti, la coppia di arrestati era stata già condannata in via definitiva con sentenza di Cassazione nel 2006 per fatti risalenti ai primi anni Novanta.
Il ministro Gelmini ha espresso una ferma condanna per la vicenda: “si tratta – ha dichiarato – di un gravissimo episodio di malcostume, che scredita le istituzioni scolastiche e la professionalità di tutti coloro che, negli istituti paritari, svolgono il proprio lavoro con onestà e impegno. Mi auguro che la magistratura faccia piena luce sul caso, accertando tutte le responsabilità nel più breve tempo possibile. Contro qualsiasi rischio di illegalità su questo tema abbiamo deciso fin da subito di adottare il principio della tolleranza zero. In tutta Italia sono in corso controlli serrati per verificare la qualità, il corretto funzionamento e l’affidabilità di ogni singolo istituto privato”. Non sarà facile verificare carte ed organizzazione di tutti. Almeno nel breve periodo: in Italia, infatti, sono poco più di 10.000 le scuole private, quasi quanto le pubbliche, la maggior parte operano a livello di scuola dell’obbligo, in particolare si tratta di asili e primarie, sono di stampo cattolico (solo in queste operano 75 mila insegnanti e unità di personale non docente): tranne un migliaio, sono riconosciute come `paritarie’, quindi a tutti gli effetti equiparate alle statali e danno lavoro ad oltre 100.000 docenti e operatori. In prevalenza sono collocate nel settentrione: nel nord-ovest ne esistono circa 2.600, un po’ meno nel nord-est, dove ne operano 2.300. Molte meno al centro della penisola, dove se ne contano 1.500; mentre abbondano nelle isole 1.300 e nel resto del sud (altre 2.600). Complessivamente sono frequentate da circa un milione di studenti.