Vacanze agli sgoccioli per otto milioni di alunni. Soprattutto per i più piccoli, quelli che frequentano il primo ciclo, il ritorno a scuola può essere problematico. A volte, dopo tre mesi di lontananza dai maestri, può diventare quasi traumatico. Per l’occasione la Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) ha realizzato un decalogo attraverso il quale dispensa consiglia per affrontare al meglio il ritorno sui banchi.
I consigli dei esperti
Gli esperti della Sipps, ritengono prima di tutto che l’organismo del bambino ha bisogno di regolarità in tutte le sue funzioni. Questo aspetto aiuta a riprendere il ritmo giusto, quindi:
- Impostare l’orario di sveglia adeguato alla ripresa dell’attività scolastica.
- Andare a letto prima la sera per avere ore di sonno sufficienti a far riposare l’organismo, evitando l’uso di tablet, videogiochi o televisione.
- Utilizzare un’alimentazione regolare basata su 5 pasti al giorno scanditicome segue: colazione, spuntino di metà mattino, pranzo, merenda, cena, applicando i principi della dieta mediterranea, con cibi provenienti da coltivazione biologica, abbandonando gli inevitabili strappi alimentari fuori programma dell’estate.
- Finire i compiti delle vacanze dando spazio alla ripresa di periodi di studio alternati al gioco: una ripresa graduale del leggere o dello scrivere serve a non arrivare a scuola con in testa solo il divertimento e il gioco.
- Programmare o riprendere uno stile di vita sano nell’accompagnare il bambino a scuola: sì a percorsi pedonali condivisi, no all’accompagnamento in auto fin sotto i gradini della scuola.
- Non trasmettere ansie al bambino per l’organizzazione dei tempi e egli impegni che inevitabilmente i genitori devono considerare nella ripresa della vita quotidiana.
- Prendersi del tempo tra genitori e figli per ripensare alle esperienze estive (positive e/o negative per memorizzarle e renderle un patrimonio importante nel percorso di crescita).
- Coinvolgere il bambino nelle scelte per il nuovo anno scolastico: acquisto di una nuova cartella, ovvero sistemazione degli ‘arnesi di lavoro’ pronti per la ripresa delle attività (penne, astuccio, quaderni, eccetera).
- Riprendere i contatti con i coetanei compagni di scuola per ricollegarsi in modo piacevole alla prossima routine scolastica.
- Pensare all’iscrizione a corsi di sport o di giochi strutturati per l’anno a venire in base alle attitudini del bambino.
“Si tratta – spiega Giuseppe Di Mauro, presidente Sipps – di semplici, ma efficaci regole per consentire agli studenti di avere un rientro a scuola piacevole e soprattutto graduale. Fondamentale è anche praticare sport durante il giorno: fare regolare attività fisica scarica lo stress combatte i malumori in maniera naturale ed è fondamentale per conciliare il sonno”.
I compiti delle vacanze? Si possono anche non terminare
Non tutti i pediatri, tuttavia, sono allineati alle indicazioni delle Società di categoria, in particolare all’obbligo di terminare i compiti delle vacanze.
Uno di questi Italo Farnetani, della Libera università degli Studi di scienze umane e tecnologiche di Malta
Commentando qualche giorno fa all’Adnkronos Salute i risultati dell’indagine condotta dal portale Skuola.net, il pediatra ha detto che se uno studente italiano su quattro a Ferragosto non ha ancora aperto un quaderno, “non è da biasimare”.
Ad agosto il 90% non ha ancora finito i compiti: fanno bene
“Ho sempre detto – ha spiegato Farnetani – che le vacanze estive sono fatte per far riposare gli alunni e non per alleggerire il lavoro dei professori a settembre – dice il pediatra, fiero oppositore dei compiti delle vacanze. Questo è il tempo del relax e della lotta allo stress. Eventuali lacune potranno essere recuperate a settembre, negli ultimi giorni di vacanza”. E “non prima”, ha sottolineato il pediatra.
Secondo l’indagine, ad inizio agosto due studenti tre erano ancora lontani dall’aver finito gli esercizi assegnati loro: solo un intervistato su dieci ha detto di avere praticamente finito tutti i compiti.
Ma i docenti che dicono?
Per Farnetani non c’è da scandalizzarsi: “fanno bene i ragazzi a godere appieno della pausa estiva “per fare sport, ricaricare le batterie, vivere la natura e stare con amici e familiari”.
Chissà, però, se anche i maestri siano così indiulgenti come il pediatra Farnetani: molti di loro, a quanto ne sappiamo, non vedono di buon occhio la mancata presentazione dei compiti assegnati. Nemmeno quelli delle vacanze.