Il concorso per nuovi dirigenti scolastici non è stato dimentico, ma sarebbe solo da definire l’esatto numero complessivo di posti da mettere a concorso: lo ha detto il 7 marzo a Milano il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, durante la presentazione di un progetto per l’educazione motoria, a proposito dell’atteso bando per capi d’istituto, su cui i vertici del Miur avevano preso un impegno per la pubblicazione entro fine 2010, ma di cui ad oggi si sono perse le tracce.
Il concorso “verrà sicuramente bandito al più presto”, ha spiegato il responsabile del ministero dell’Istruzione. La stessa Gelmini ha poi specificato che “ne parleremo giovedì (10 marzo ndr) con Tremonti al tavolo per la crescita. I presidi sono necessari, stiamo verificando il numero effettivo di necessità”. Ed il punto, da definire, dovrebbe essere proprio questo: i posti saranno di più dei 2.800 annunciati da tempo (come vorrebbe la logica, visto che ad oggi nel mancano ben oltre 1.000 ed entro un paio d’anni si supererà quota 3.000), oppure il Mef, ancora una volta a corto di economie, almeno per il comparto scuola, ha intenzione di ridurre la già insufficiente quota?
Dopo aver ribadito che è “semplicemente un non senso” pensare che ci sia da parte del Governo la volontà di penalizzare la scuola pubblica a favore di quella privata, il Ministro si è anche soffermato sui risparmi fissati dalla Legge 133/08: Gelmini ha sottolineato che “non ci sono nuovi tagli né maggiori tagli, ma un piano di razionalizzazione che viene confermato. Non credo – ha ribadito – che ci saranno problemi di funzionamento perché abbiamo confrontato il fabbisogno effettivo di cattedre con il numero degli studenti”.
Secondo il ministro sono inoltre da escludere difficoltà anche per le spese di funzionamento delle scuole. “Non ci saranno problemi a differenza di quanto avvenuto l’anno passato. Abbiamo stanziato le stesse risorse disponibili ai tempi del governo Prodi, non sarà necessario chiedere soldi alle famiglie e le spese saranno coperte dalle somme statali”.
Dopo aver ribadito che è “semplicemente un non senso” pensare che ci sia da parte del Governo la volontà di penalizzare la scuola pubblica a favore di quella privata, il Ministro si è anche soffermato sui risparmi fissati dalla Legge 133/08: Gelmini ha sottolineato che “non ci sono nuovi tagli né maggiori tagli, ma un piano di razionalizzazione che viene confermato. Non credo – ha ribadito – che ci saranno problemi di funzionamento perché abbiamo confrontato il fabbisogno effettivo di cattedre con il numero degli studenti”.
Secondo il ministro sono inoltre da escludere difficoltà anche per le spese di funzionamento delle scuole. “Non ci saranno problemi a differenza di quanto avvenuto l’anno passato. Abbiamo stanziato le stesse risorse disponibili ai tempi del governo Prodi, non sarà necessario chiedere soldi alle famiglie e le spese saranno coperte dalle somme statali”.
Pronta la replica di Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria Pd, che polemicamente ha ricordato proprio grazie ai tagli decisi dall’attuale Governo, oggi ci ritroviamo con “migliaia di bambini e bambine che non potranno frequentare la scuola dell’infanzia”, per non parlare dell’addio al “bilinguismo nei licei” o dei tagli alla “storia dell’arte negli istituti tecnici per il turismo e la geografia ai nautici”. Sarcastica la frase finale di Puglisi: “se, come dice, non è stata la Gelmini a fare tutti questi tagli c’è un’unica altra possibilità: che li abbia fatti il mago Silvion”. Serafico anche il leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, secondo cui “se fosse un vero Ministro dovrebbe chiedere di bloccare i tagli”.