Con Lorenzo Fioramonti a capo del Miur, cambia la linea dei 5 Stelle sul fronte dei precari: le previsioni della Tecnica della Scuola vengono confermate dallo stesso neo ministro dell’Istruzione al quotidiano La Repubblica e al Corriere della Sera.
Bisogna cancellare il precariato estenuante
Al quotidiano romano, sulla scuola, dice Fioramonti, bisogna tornare a dare “l’importanza che merita, metterla al centro del Paese, prima bisogna sgravarla dei suoi problemi endemici. Il precariato estenuante, innanzitutto”.
“Al primo Consiglio dei ministri sono pronto a far ripartire il decreto Salvaprecari”, taglia corto il nuovo ministro, prevedendo quindi l’avvio di concorsi riservati e il ritorno dei corsi abilitanti per i docenti terza fascia d’istituto e per i precari con un’esperienza conseguita nell’insegnamento.
Il cambio di rotta: convincerò chi è contrario
Il problema è che i deputati pentastellati avevano ufficialmente “bollato” il salva precari, ideato e difeso sino all’ultimo dal senatore leghista Mario Pittoni, una “sanatoria” non ammissibile per chi crede nella scuola del merito.
“Parlerò con loro – replica Fioramonti -, troveremo un modo per tenere insieme i diritti di chi lavora da una vita in classe con la qualità dell’insegnamento e il merito. Quel decreto deve andare in porto al più presto”.
Manca la carta igienica e libri troppo cari
Nel corso dell’intervista, l’accademico approdato al Miur parla anche di “insicurezza di troppi edifici, la carta igienica portata da casa, il costo dei libri. E le classi pollaio. In Italia si arriva a trenta alunni in aula, in Germania (dove vanno a scuola i sui due figli n.d.r.) mai oltre ventuno”.
Quello della riduzione del numero di alunni per classi è il suo secondo punto da attuare durante il mandato a Viale Trastevere: è probabile, quindi, che avrà un ruolo attivo per accelerare l’approvazione del disegno di legge grillino che vuole introdurre la soglia di 22-23 alunni per classe e 20 in caso vi fossero disabili. E il tutto, non più derogabile.
Centrale l’adozione dell’Iva “intelligente”
Ma quanto ci vorrà per attuare tutto questo? “Due miliardi, il minimo sindacale”, replica Fioramonti.
Il problema è che per aumentare i finanziamenti alle scuole e cancellare le classi pollaio, serviranno molti ma molti più soldi: ecco, allora, che diventa centrale l’approvazione dell’Iva “intelligente”, con una parte di quei proventi destinati proprio alla scuola.
Decide il ministro, non il capo di gabinetto
Il nuovo ministro grillino farà tesoro dell’esperienza come sottosegretario, quando è stato sistematicamente messo ai margini, sia per volere del ministro ma anche per i suoi più stretti “collaboratori”.
Rispetto a quella gestione di Marco Bussetti, annuncia “discontinuità, inversione di tendenza. Avrò un metodo diverso: lui appoggiava tutte le decisioni del capo di gabinetto, io ascolterò i due sottosegretari e li terrò costantemente informati della mia linea politica”.
Al Miur due miliardi
Al quotidiano Il Corriere della Sera, Fioramonti ribadisce gli stessi concetti: “Ci vogliono investimenti subito, nella legge di Bilancio: due miliardi per la scuola e uno almeno per l’ università”.
Poi, mette subito in chiaro di non stare lì per la poltrona: servono due miliardi e non si transige. “Lo dico da ora: se non ci saranno, mi dimetto”.
Su come recuperarli ribadisce la sua proposta. Tassiamo le merendine”, ma anche altri prodotti alimentari dannosi per la salute e i voli.