Attraverso la tv e il suo “Non è mai troppo tardi” dal 1960 al 1968 insegnò a leggere e a scrivere a chi era analfabeta.
Un uomo garbato, inconfondibile come i suoi disegni alla lavagna.
Il suo nome è Alberto Manzi, ma per tutti, semplicemente il maestro Manzi, una delle figure più autorevoli in ambito educativo. Un personaggio al quale Rai Cultura e l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dedicano un ciclo in sei puntate: “Alberto Manzi. L’attualità di un maestro”, in onda da lunedì 16 settembre alle 19.30 su Rai Scuola e disponibili anche su RaiPlay.
Obiettivo della serie, riproporre alle scuole italiane il suo approccio pedagogico e didattico.
A condurre il programma è la sua ideatrice scientifica, Alessandra Falconi, responsabile dell`attività del Centro Alberto Manzi, mentre l’artista e illustratore Alessandro Sanna costruisce il racconto visivo disegnando con tecnologie diversissime: disegna sul tablet, sulla lavagna luminosa e su quella a fogli mobili, come faceva lo stesso Manzi.
Gli argomenti spaziano dalle nuvole alle ali di farfalla, dalla biodiversità alle uova, dalla geografia all’inter-cultura e ai docenti della scuola primaria vengono dati suggerimenti operativi e teorici, proposte di discussione in classe con i propri alunni, idee per la progettazione didattica.
Ad arricchire il programma, le immagini di Alberto Manzi al lavoro con i bambini e con le bambine tratte dal repertorio delle Teche Rai.
Tutte le ricerche alla base della serie sono state sviluppate con quattro esperti, che intervengono nelle diverse puntate: Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista; Maria Arcà, ricercatrice del Cnr e collaboratrice del maestro Manzi; Marco Aime, antropologo culturale e docente universitario; Riccardo Morri, presidente dell`Aassociazione italiana docenti di geografia.
Manzi resta uno dei grandi riferimenti della pedagogia nazionale”, ha ricordato la Falconi: “Negli anni Ottanta, inoltre, ebbe l’idea geniale di utilizzare la tv per fare formazione agli insegnanti”. E proprio da quella intuizione ha preso vita questa produzione: “Se almeno una maestra, guardando le puntate, vi troverà una grande passione e vedrà i bambini come un’opportunità, avremo centrato l’obiettivo”, ha aggiunto Falconi.
Alla presentazione a Bologna ha partecipato anche il figlio, Massimo Manzi: “Mio padre avrebbe apprezzato, perché ancora una volta il Centro che porta il suo nome si dimostra non un archivio, ma un laboratorio”.
“Per Manzi la scuola doveva spingere alla crescita personale e allo sviluppo di un pensiero autonomo con un forte senso critico, spero che le puntate possano essere elemento di formazione anche per la classe insegnante – dice Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione.