Alla fine, lo slogan “mai più PD” ha sortito i suoi effetti.
Al Ministero dell’Istruzione non c’è più nessun esponente del Partito Democratico: il ministro Lorenzo Fioramonti è dei 5S, come anche uno dei due sottosegretari (Lucia Azzolina); il secondo sottosegretario, Giuseppe De Cristofaro è di LEU, mentre il viceministro Anna Ascani è ormai ufficialmente una esponente del gruppo parlamentare di Italia Viva.
Ma è molto difficile che chi per anni ha usato lo slogan “mai più PD” sia soddisfatto dell’insediamento di una “renziana” più o meno di ferro proprio a viale Trastevere.
Per la verità la senatrice Bianca Granato, nemica giurata della legge 107 e “interprete” delle istanza di gran parte dei docenti che del “mai più PD”, butta acqua sul fuoco e al telefono ci dice: “Per noi del M5S avere Anna Ascani come viceministro non è un problema: non abbiamo una posizione pregiudiziale, sarà invece importante confrontarsi sui temi e questo lo vedremo nel prosieguo”.
Sembra di capire, insomma, che la stessa “base” del M5S sia soddisfatta della decisione di aver chiuso con l’esperienza del Governo gialloverde e che, pur di liberarsi da un “contratto” piuttosto scomodo, sia disposta a “farsi piacere” persino una renziana come viceministro all’istruzione.
Potrebbe però nascere un altro problema: ma il PD accetterà tranquillamente di non avere un proprio riferimento dentro l’organigramma del Ministero dell’Istruzione oppure, alla prima occasione buona, rivendicherà un posto chiedendo quindi l’uscita di Azzolina o di De Cristofaro e l’ingresso di un dem di provata fede?
La questione è particolarmente complessa anche perché al Senato Italia Viva ha una presenza modesta ma che potrebbe diventare determinante per la tenuta dello stesso Governo.
Per parlare di questo, però, sarà meglio aspettare ancora qualche settimana.