Nella scuola il precariato è in crescita: il 20 per cento dei posti viene assegnato ad un supplente. Mai la percentuale è stata così alta. Sul sostegno si arriva addirittura al 40 per cento, con la maggior parte di posti in “deroga” (fino al 30 giugno) assegnati pure a non specializzati (ma con estrema lentezza e in alcuni casi gli alunni disabili sono stati invitati a rimanere a casa). I numeri sono implacabili e, assieme a quello degli stipendi troppo bassi, rappresenta la priorità da risolvere del nuovo ministro dell’Istruzione in quota 5 Stelle.
Servono selezioni “regolari”
Lorenzo Fioramonti ne ha parlato sabato 28 settembre, incontrando a Trieste i dirigenti scolastici del Friuli Venezia Giulia.
Per l’immissione in ruolo “delle persone abilitate occorre fare in modo che ci siano concorsi per docenti regolari, almeno ogni biennio”, ha detto il ministro, annunciando quindi di volere proseguire, almeno su questo versante, l’opera avviata da Marco Bussetti, il suo predecessore al dicastero di Viale Trastevere, che la scorsa estata aveva avviato “la stagione dei concorsi”.
La prima risposta: il decreto salva-precari
Parlando in generale del precariato, Fioramonti ha aggiunto che servono “una serie di interventi” strutturali per far fronte al precariato, altrimenti il “problema non è più solo educativo e della scuola” ma diventa “un problema sociale del Paese”.
Il riferimento è anche al decreto salva-precari, che a breve, dopo l’accordo in dirittura d’arrivo con i sindacati rappresentativi, verrà portato in Consiglio dei ministri, con modifiche importanti (soprattutto incentrata su una maggiore selettività orientata al merito, come chiede da settimane il M5S) rispetto alla versione approvata ad inizio agosto dall’esecutivo M5S-Lega.
Complessivamente, solo per la scuola secondaria, a regime verranno organizzati due concorsi, uno riservato e uno ordinario aperto a tutti i laureati.
Poi, si svolgerà il “concorsone” per la primaria. E torneranno i Pas abilitanti.
“La scuola è la più importante risorsa che abbiamo”
L’incontro in Friuli Venezia Giulia è stato organizzato, ha spiegato il ministro, per ribadire che il Miur “è presente, la scuola è fondamentale ed è la più importante risorsa che abbiamo”.
“Il Friuli – ha aggiunto l’attuale ministro a margine dell’incontro – è vicino a Roma e il ministero ha la volontà di dialogare e discutere per risolvere eventuali problemi burocratici che sono in essere, quindi riuscire a trovare la possibilità di contribuire allo Statuto che verrà riscritto in queste settimane”.
L’obiettivo è “aprire un canale di collaborazione diretta con il Friuli, come con tutti gli Uffici regionali scolastici, affinché la riorganizzazione del settore possa essere il più possibile rapida ed efficiente”.
Sull’autonomia: trovare i punti di convergenza possibili
Fioramonti ha quindi parlato della richiesta di autonomia scolastica presentata dal Friuli Venezia Giulia
“Avrò modo di interloquire con le autorità regionali e locali” sulla loro istanza.
“C’è la volontà ovviamente di ascoltare tutte le necessità e trovare i punti di convergenza possibili”.
“Esiste un percorso particolare – ha sottolineato – che è ora sul tavolo del ministro degli Affari regionali, e una commissione paritetica che sta valutando tutte le proposte. E’ un discorso di dialogo costante con il Governo e quindi per quanto mi riguarda esiste un’interlocuzione costante”, ha concluso Fioramonti.
In generale, comunque, dall’attuale responsabile del Miur è giunta una certa freddezza rispetto all’autonomia differenziata che i governatori di Lombardia e Veneto continuano a rivendicare.