Alcuni dirigenti scolastici hanno deciso di non seguire l’appello del ministro Lorenzo Fioramonti di considerata “giustificata” l’assenza dei ragazzi in occasione della manifestazione di venerdì scorso per il clima.
L’assenza di venerdì nel cumulo del 25%
E così -si legge sulle Agenzie- dal liceo Tasso fino al Primo Levi l’assenza di oggi, lunedì 30 settembre, andrà a far parte del cumulo del 25% consentito del totale di giorni scolastici ‘marinati’.
«Non è una punizione -precisa uno dei preside che hanno scelto la linea del rigore sulle assenze- Sono contento che partecipino, ma mettendoci la faccia. Serve per responsabilizzare i ragazzi. L’assenza dà più valore alla scelta di partecipare allo sciopero”.
E un altro dirigente: «La mia posizione è che l’assenza vada conteggiata ai fini di quel 75% di presenze necessarie per la validità dell’anno scolastico – spiega il dirigente scolastico intervistato dall’Ansa – Storicamente da noi non è mai stata repressa l’adesione alle manifestazioni, per cui sono sempre state accettate le giustificazioni. Ma conteggiare l’assenza è un’altra cosa».
Scelta consapevole
Insomma un modo per far capire che una scelta deve essere sempre consapevole e comporta anche delle conseguenze.
«Nel suo invito il ministro Fioramonti ha dimostrato grande rispetto per l’autonomia della scuola. Per quanto ci riguarda affronteremo la questione nel collegio dei docenti dove, se qualcuno solleverà il tema delle assenze, ne discuteremo. La democrazia è questa. E io sono un primus inter pares».
Sarebbe come il famigerato 6 politico
Insomma la preoccupazione di questi presidi, come qualche dirigente stesso ammette, “è che il bonus giustificazione non diventi un nuovo sei politico” e che dunque non deresponsabilizzi i ragazzi in un periodo dove la formazione, anche delle coscienze è cruciale.