Gli artigiani sono sempre più preoccupati per la tendenza delle famiglie italiane a far intraprendere degli studi liceali, per avviarli ad un impiego da “colletti bianchi”, piuttosto che tecnici e professionali. Lo scetticismo per i percorsi formativi preparatori ad una professione, è stato di recente evidenziato anche dal ministero dell’Istruzione, attraverso le prime indicazioni sulle iscrizioni al primo superiore degli attuali studenti iscritti in terza media: gli istituti professionali perdono ancora terreno passando dal 22,1% al 18,7% del totale a favore dei licei (da 46,2% al 49,2% nel 2011/2012). Mentre i licei anno dopo anno sono arrivati a raccogliere quasi il 50% delle preferenze.
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Professionali in declino? Colpa dei genitori: sognano figli coi “colletti bianchi”
Qualche giorno fa era stato l’Isfol ad esprimere dei dubbi sullo spostamento eccessivo di preferenze per i licei, i quali spesso conducono verso studi umanistici avari di prospettive lavorative reali.
Ora è la stessa Confartigianato, attraverso una propria ricerca, a dire che il lavoro artigiano è considerato dalla maggior parte degli italiani come un viatico da consigliare per le prospettive di vita professionali: tanto che, sottolinea l’associazione, il 78% degli intervistati se dovesse indicare a un giovane la strada da intraprendere consiglierebbe un mestiere artigiano.
Quando però i genitori si trovano a dover scegliere per i propri figli, il discorso cambia. “Se il 65% degli intervistati si dice convinto del fatto che in Italia ci sia molta più necessità del lavoro manuale piuttosto che di quello intellettuale – ha commentato il segretario generale della Confartigianato, Cesare Fumagalli – resta amplissima l’area di coloro che un lavoro del genere lo rifiuta. Il 21% degli intervistati dice che il lavoro manuale è in ogni caso meno prestigioso di un lavoro intellettuale, ma la percentuale sale di otto punti tra i giovani: il 29% tra i 18 e i 34 anni”.
La netta impressione che deriva da questi dati è che per molti giovani, soprattutto quelli poco studiosi, la scelta del liceo (spesso indotta!) può rappresentare un errore molto grave e non sempre recuperabile: “nel nostro settore, infatti, – continua il rappresentante della Confartigianato – la quota delle assunzioni di difficile reperimento nel 2010 è tornata a salire: è ormai al 35,5%, quasi nove punti superiore al 26,7% registrata dalla totalità delle imprese”. L’amara conclusione è che “l’aver frequentato il liceo allontana dall’attività artigiana”. E quindi dalla possibilità, in tempi durissimi per il reperimento del lavoro, di trovare un impiego. Così il sogno del figlio dietro la scrivania si trasforma, in adulta, nell’incubo della perenne ricerca di un impiego. Anche come artigiano…