Continuiamo con le nostre interviste alle RSU elette nelle liste sindacali.
Da Palermo a Novara, ad oltre mille chilometri di distanza, qui incontriamo Laura Razzano, coordinatrice provinciale della Gilda degli insegnanti di Novara, RSU dalla prima elezione e attualmente RSU presso l’ I.C. “Bottacchi” di Novara.
RSU , che si definisce, “contrastiva”, eletta nelle liste della FGU e che esprime un giudizio molto critico sull’istituto delle RSU di scuola e sulle modalità delle elezioni RSU per misurare la rappresentanza sindacale.
Come giudica l’istituto della RSU nel contesto scolastico a circa vent’anni dalla sua istituzione?
La Scuola, per me luogo di cultura, inclusione, formazione e didattica, non è il terreno di una brutta copia della gloriosa “lotta di classe”. Per la FGU è una competizione per la sopravvivenza, visto che la rappresentatività si determina antidemocraticamente, facendo una media tra iscritti e voti RSU in ogni singola scuola.
Con questo sistema nessun docente potrà mai assegnare il suo voto alle idee e alle rivendicazioni del mio sindacato. In pratica Porcellum, Rosatellum e Italicum , leggi elettorali molto criticate, prevedono tutte il suffragio universale; a scuola invece va a fortuna: puoi scegliere la FGU e votarla solo se esiste un candidato che voglia “esporsi” e ricoprire quel ruolo, altrimenti puoi andare a votare, ma non trovi la lista che ti rappresenta. Chissà che risultato potrebbero ottenere i partiti, se dovessero sostenere le elezioni politiche, invece che in una ventina di collegi, in diecimila condomini?
Le RSU non hanno mai risolto problemi sostanziali, soprattutto se il D.S. è sindacalizzato. Ci si limita a dividere tre soldi e a discutere per ore su quante piastrelle dovrebbero lavare i collaboratori scolastici e si spera di poter tornare in classe ad insegnare! Il solo fatto positivo è che i contratti di istituto non possono peggiorare il contratto nazionale e che i dirigenti intelligenti si astengono dall’esercizio del loro strapotere nelle RSU: ora hanno il gruzzoletto del merito ed esercitano nei Collegi Docenti l’autorità ottenuta!
Realmente, secondo la sua esperienza, la RSU riesce a garantire nelle scuole le regole definite dal CCNL e ad incidere in tutte le decisioni che si prendono in cui la RSU è coinvolta?
Il nostro contratto, obsoleto e poco chiaro, è spesso fonte di confusione. La manfrina del confronto mi fa morir dal ridere, vorrei vedere in quante scuole si è seguita la prassi individuata nell’ultimo contratto!
Se chiedi ai provinciali poi, su qualunque argomento, dalla sicurezza, ai piani delle attività e persino riguardo le attività extracontrattuali gratuite, c’è chi dice sì, chi dice no, quindi decide il dirigente perché, puoi essere una brava RSU, ma sei in minoranza! Il resto del lavoro lo deve fare il semplice lavoratore, prendendosi un avvocato, pagandolo e andando in giudizio. Con gli stipendi che abbiamo chi vuoi che scelga una simile strada, anche nel pieno della ragione?
Quali sono le difficoltà nel rapportarsi da un lato con il Dirigente Scolastico e dall’altro con i lavoratori della scuola?
Spero sempre che la mia dirigente non vada in pensione, la relazione con persone competenti è più semplice, indipendentemente dalle appartenenze.
Molte RSU rimangono fortunatamente insegnanti che si sono candidati solo per fare un favore ai propri sindacalisti. Molti dirigenti agiscono come i padroni della filanda, il massimo è poi quando sono i collaboratori scolastici a dover decidere come distribuire il FIS dei docenti e viceversa!
Un tragico esempio di questi giorni.
Dopo il grave episodio del bambino morto nella sua scuola, tante RSU hanno cominciato giustamente a chiedere sorveglianza ad ogni piano. Peccato che questo sia impossibile. Come fanno due bidelli in servizio a controllare quattro corridoi? La RSU non ha il potere di contrattare l’organico degli ATA e la politica latita sulle questioni serie, meglio parlare di merendine!
Secondo lei, l’istituto della RSU dovrebbe essere riformato. Se sì, come?
Dopo aver creato un’area di contrattazione separata della docenza, un atto di giustizia politica dovrebbe spazzare via questo antidemocratico istituto, a scuola servono collaboratori scolastici , docenti di sostegno e risorse, la scuola non è una fabbrica! Si calcoli la rappresentatività con un voto nazionale o, al massimo regionale, telematico se possibile, come per il Fondo Espero e, come già accade quando un sindacato non ha eletti nelle RSU, se proprio serve, si deleghi una persona competente come rappresentante di scuola.