“L’analisi dei rendiconti progetto/attività (modelli I) inviati mensilmente dalle istituzioni scolastiche a questa Amministrazione, ha evidenziato che in numerosi casi gli impegni di spesa per le supplenze brevi dei docenti e del personale Ata sono registrati in contabilità per importi notevoli, poi oggetto di successive riduzioni anche significative. Questo fenomeno, come detto molto diffuso, impedisce una corretta individuazione dei fabbisogni per supplenze e quindi non consente l’assegnazione della relative risorse in misura corrispondente alle effettive necessità, col rischio di ridurre, nei fatti, l’ammontare delle risorse che si possono rendere disponibili a tutte le scuole.” Così recita la nota, le scuole, dunque, devono essere più precise: “Si ritiene quindi opportuno ribadire che l’ammontare degli impegni da iscrivere in bilancio per le supplenze brevi e saltuarie deve coincidere con l’importo complessivo delle obbligazioni giuridiche assunte a tal fine, cioè dei contratti di supplenza effettivamente sottoscritti, per il periodo ricadente nell’anno finanziario in corso[…] Invece, è contrario alle norme di contabilità iscrivere, quale “impegno” di spesa per supplenze brevi, la mera previsione di spesa o comunque qualunque importo che non trovi puntuale corrispondenza in un contratto effettivamente sottoscritto per le supplenze brevi e saltuarie”.
Il Miur annuncia l’invio di un revisore che constati quanto gli impegni di spesa per supplenze brevi iscritti nel bilancio siano strettamente corrispondenti ai contratti di supplenza perfezionati per la parte afferente il relativo esercizio finanziario, nonché a quanto iscritto nell’apposito registro dei contratti, e che verifichi eventuali discordanze tra quanto iscritto in bilancio e quanto si sarebbe dovuto iscrivere sulla base delle regole di contabilità.
A questa nota dai toni duri replica immediatamente Domenico Pantaleo, segretario nazionale Flc-Cgil, il quale sottolinea che è “inopportuno e sbagliato estendere a tutte le scuole un giudizio critico su presunti scorretti comportamenti non certo attribuibili a ciascuna di esse.”, laddove la nota “non aggiunge indicazioni o chiarimenti alle regole e alle procedure che le scuole debbono seguire nella gestione delle fasi di accertamento dell’entrata e di impegno della spesa.”
Piuttosto il Ministero si incarichi di garantire con opportuna copertura il pagamento dei supplenti: “Chiediamo invece che si faccia chiarezza, una volta per tutte, sul tema delle supplenze, compreso l’utilizzo delle ore eccedenti per la sostituzione di colleghi assenti: queste sono spese obbligatorie per garantire il diritto allo studio e il Miur ha l’obbligo della loro copertura integrale e tempestiva.”
Insomma le scuole sembrano essere state colte col dito nella marmellata. Peccato che ce ne sia tanto poca…