Completiamo questo nostro primo giro di interviste con le RSU di istituto, incontrando la prof.ssa M. Raffaella Puopolo, docente di Scienze Motorie e sportive presso l’ I.P.S.S.E.O.A. “Di Pasca” di Potenza, eletta componente RSU per lo Snals Confsal.
Come giudica l’istituto della RSU nel contesto scolastico a quasi vent’anni dalla sua istituzione?
La RSU nella comunità scolastica rimane l’unico istituto in grado di dare voce alle problematiche dei lavoratori e al rapporto con la parte datoriale pubblica. Certo il dialogo può essere costruttivo solo se basato sulla trasparenza, la conoscenza, l’applicazione della norma con l’obiettivo di migliorare la condizione lavorativa del personale. Il ruolo della RSU, soprattutto a livello di contrattazione d’istituto, rimane poco incisivo e spesso solo d’informazione da parte del dirigente.
Realmente, secondo la sua esperienza, la RSU riesce a garantire nelle scuole le regole definite dal CCNL e ad incidere in tutte le decisioni che si prendono in cui la RSU è coinvolta?
Questa, per quanto mi riguarda e secondo la mia esperienza, rimane la parte più difficile.
L’applicazione delle norme e delle regole diventano motivo di attrito tra dirigente e RSU a causa della diversa interpretazione che ne danno. Ritengo che un CCNL lineare e moderno, che dia maggiore spazio alla contrattazione quale luogo ideale per quanto attiene i diritti e le garanzie dei lavoratori nonché degli aspetti organizzativi, sia ormai una necessità inderogabile.
Quali sono le difficoltà nel rapportarsi da un lato al Dirigente Scolastico e dall’altro con i lavoratori della scuola?
Le difficoltà sorgono nel momento in cui il dirigente non mostra sensibilità verso le problematiche dei lavoratori, ma si fa dominare da una sorta di decisionismo che risulta dannoso e foriero di tensioni all’interno della comunità scolastica. È evidente che, con la cronica mancanza di personale e di fondi, i dirigenti stessi combattono una battaglia quotidiana. L’eccessiva burocratizzazione della figura dirigenziale spesso si palesa con atti che esulano dall’applicazione del CCNL ma sono solo frutto di arroganza.
Quali criticità ha potuto riscontrare durante l’informazione, il confronto e soprattutto la contrattazione a livello di istituto?
Per quanto mi riguarda, le difficoltà riscontrate durante le varie fasi della contrattazione sono state determinate dalla complessità dell’istituzione scolastica in cui lavoro, dove ci sono non solo docenti ma anche educatori e personale ATA con ruoli e funzioni diverse e di conseguenza con problematiche talvolta opposte. Fondamentale è stata la collaborazione tra le varie componenti della RSU nel proporre soluzioni per tentare di sanare le criticità.
Secondo lei, l’istituto della RSU dovrebbe essere riformato? Se sì, come?
Negli ultimi anni la RSU ha perso un po’ del protagonismo che invece in passato aveva ricoperto.
Sono stati limitati gli strumenti di partecipazione alle decisioni, ritengo che su questo bisognerebbe agire, vale a dire potenziare il ruolo dei rappresentanti, affinché la trasparenza e il rispetto dei diritti dei lavoratori vengano assicurati.