“Va accantonato un numero di posti pari a quelli resi vacanti e disponibili da Quota 100, per attribuirlo con decorrenza giuridica 2019/20 e decorrenza economica 2020/21 al personale docente e amministrativo che aveva titolo alla nomina in ruolo già in relazione all’anno scolastico 2019/20”: lo chiede Mario Pittoni (Lega), presidente della Commissione Cultura del Senato, con un emendamento predisposto per il decreto Scuola che proprio nella giornata del 6 novembre inizia il suo iter parlamentare.
La modifica proposta dal senatore Pittoni prevede nel testo del decreto l’introduzione di un apposito articolo che così recita: “Allo scopo di assicurare la copertura dei posti rimasti vacanti e disponibili a seguito della cessazione dal servizio del personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario collocato a riposo in applicazione della riforma della “quota 100″, nonché allo scopo di corrispondere alle legittime attese di coloro che sono inclusi a pieno titolo nelle graduatorie valide per la stipula di contratti a tempo indeterminato, è accantonato, distinto per tipologia, per classe di concorso e per provincia, un numero di posti pari a quelli rimasti vacanti e disponibili successivamente alla chiusura delle procedure di formalizzazione dell’organico, di attuazione della mobilità territoriale e professionale e di immissione in ruolo del personale docente in riferimento all’anno scolastico 2019-2020. Il suddetto numero di posti accantonati sarà sottratto a tutte le operazioni di mobilità e di nomina in ruolo relative all’anno scolastico 2020-2021 e sarà attribuito con decorrenza giuridica 2019/20 e decorrenza economica 2020/21 a coloro che avevano titolo alla nomina in ruolo già in relazione all’anno scolastico 2019/20”.
Quest’anno un notevole numero di precari non è riuscito ad entrare in ruolo perchè i posti lasciati vacanti dai docenti andati in pensione con la cosiddetta “quota 100” non sono stati messi a dispozione per motivi puramente organizzativi: i tempi di “lavorazione” delle pratiche di pensione da parte dell’Inps non hanno infatti coinciso con quelli previsti dal Ministero dell’Istruzione per la definizione degli organici.
Il “disguido” è anche indicativo dello scarso coordinamento fra i diversi settori della Pubblica Amministrazione che in più di una occasione rende inefficaci o poco utili riforme che – sulla carta – dovrebbero servire a migliorare i servizi pubblici e la vita delle persone.
L’emendamento di Pittoni tenta di porre rimedio all’errore, ma si tratta ora di capire se la nuova maggioranza di Governo abbia davvero intenzione di prendere in considerazione le proposte proveniente dall’opposizione.